Imbrattò case e muri: condannato a 122 giorni di lavori socialmente utili
Sfregiati con sigle e disegni anche alcuni beni ed edifici di proprietà del Comune: la biblioteca Manfrediana, i muri di contenimento di via Canal Grande e di via Firenze, un box contatore in via Lapi, i muri della scuola Pirazzini, del palazzo del Podestà in piazza del Popolo e, infine, di un edificio residenziale in via Marescalchi.
La condanna
La pena comminata dal giudice, che inizialmente consisteva in 4 mesi di reclusione e 700 euro di multa, è stata convertita in 244 ore (da svolgersi in 122 giorni) di attività non retribuita a favore della comunità presso l’associazione Ceff, come richiesto dall’imputato: «Si può infatti presumere – recita la sentenza –, in considerazione del contegno processuale tenuto, dell’effetto deterrente indotto dalla presente pronuncia nonché dell’assenza di precedenti penali, che l’imputato si asterrà in futuro dalla commissione di ulteriori reati».
Inciviltà e reati
Sul valore di deterrenza della condanna interviene il sindaco Giovanni Malpezzi: «L’estetica della città è un bene pubblico da salvaguardare e l’imbrattamento dei muri, di manufatti o addirittura di opere d’arte, oltre a essere segno di inciviltà, costituisce reato. So che è superfluo ribadirlo, ma purtroppo capita ancora troppo di frequente che certi gesti siano considerati una ragazzata: così non è. Non fa piacere che un ragazzo sia stato condannato, ma occorre far capire che ognuno è responsabile del decoro del proprio ambiente di vita. E non è giusto che poi i costi di pulizia degli imbrattamenti ricadano su tutti i cittadini. Il Comune è parte attiva insieme alla forze dell’ordine per individuare i responsabili».
Murales legali
Tra l’altro, per chi volesse manifestare la propria creatività tramite opere di street art, le occasioni legali a Faenza non mancano: un esempio è l’esperienza di Distretto A, che ha lanciato bandi destinati all’arte urbana e rivalorizzato così un quartiere del centro con vari murales. Se ne possono ammirare alcuni nella piazzetta Carlo Zauli o in via Marini: modelli virtuosi ben distanti dalle scritte di cattivo gusto che troppo spesso deturpano il paesaggio cittadino.