Catturato in Spagna "Igor il russo". La vedova Chianese: voglio la verità

Rimini

RAVENNA. Igor “il russo” è stato arrestato e presto si potrà fare piena luce sull’omicidio di Salvatore Chianese per il quale, solo sulla base di indizi, è indagato il feroce assassino serbo. La verità è ciò a cui si aggrappa Filomena Sommella, la vedova della guardia giurata 42enne uccisa con un proiettile al volto la notte del 29 dicembre 2015: «All’assassino di mio marito vorrei dire solo una cosa: perché lo hai fatto? Parla! E racconta tutta la verità; quello che è successo al mio Salvatore è una cosa allucinante, anche perché ancora inspiegabile». A questo lutto senza un perché potrà dare risposte Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, 41 anni, il cui nome è stato scritto nel registro degli indagati dalla Procura di Ravenna lo scorso aprile, dopo che le indagini portarono ad attribuirgli la proprietà di un proiettile bulgaro trovato accanto al cadavere di Chianese e dopo che l’assassino del barista di Budrio, il primo aprile, usò un fucile da caccia calibro 21, come quello che ammazzò la guardia giurata alla Cava Manzona di Savio. «Attendiamo gli esiti investigativi», commenta l’avvocato della famiglia Chinaese, Giovanni Scudellari, così come resta «in attesa di sviluppi» il procuratore capo Alessandro Mancini.

L’arresto in Spagna

Igor è stato preso giovedì notte in Spagna durante una sparatoria nella zona di El Ventorrillo, compresa tra le città di Terruel in Andorra e Albalete del Arzobispo, al termine del quale sono morte tre persone. Il latitante serbo si è arreso dopo essere finito fuori strada in auto durante la fuga. La Procura della Repubblica di Bologna, coordinando i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Bologna e Ferrara, aveva da tempo avviato un'attività di indagine con rogatorie in Spagna, avendo trovato riscontri sulla presenza del ricercato, di origine serba. Altre indagini sono state fatte proprio in Serbia, in Austria e Francia, con trasferte degli investigatori, di concerto anche con le autorità di polizia spagnole. Al momento della cattura, Igor il russo era «vestito in uniforme e pesantemente armato» con le armi rubate agli agenti della Guardia Civil uccisi in una sparatoria.

Norbert Feher, vero nome di Igor, era ricercato per gli omicidi del barista Davide Fabbri (avvenuto la sera del primo aprile a Riccardina di Budrio durante un tentativo di rapina) e della guardia ecologica volontaria Valerio Verri (assassinato una settimana dopo a Portomaggiore durante un controllo antibracconaggio nel quale era rimasto gravemente ferito il compagno di pattuglia, la guardia provinciale Marco Ravaglia).

L’assassinio di Chianese

La guardia giurata venne ritrovato uccisa da un colpo di fucile calibro 21 (da cacciatore) sparato al volto. Un altro colpo mandò in frantumi il lunotto posteriore della sua auto di servizio, impegnata quella notte in un controllo di routine alla Cava Manzona. Era ancora agonizzante quando l’omicida gli sfilò la pistola e il portafogli. Un delitto inspiegabile per gli inquirenti, anche perché nella vita di Salvatore non c’erano ombre tali da poterli indirizzare verso un movente forte. Ma non c’è solo quel fucile da caccia a collegare l’omicidio di Chianese a quello, accertato, compiuto da Igor a Budrio. È stato infatti accertato il passaggio del serbo nei territori teatro del delitto. Igor sarebbe stato fermato dalle forze dell’ordine almeno sei o sette volte tra il Ravennate e il Cervese durante controlli eseguiti dopo la sua uscita dal carcere nel 2015, in un periodo in cui nei suoi confronti non c’erano ordini di cattura. E così quell’uomo visto vagare in tuta mimetica in territori di campagna veniva lasciato andare dalla pattuglia di turno. Il dato conferma una familiarità tra Igor e la Romagna, tra l’altro sempre in zone battute da cacciatori.

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