«Eccesso di rabbia? Sì, ma si dice che è stato qualcuno da fuori»

Rimini

RAVENNA. «Eccesso di rabbia? Penso di sì. Naturalmente si dice che non è vero, che è stato qualcun altro da fuori. Ma sono tutte cose che andranno valutate». A parlare è il padre di Matteo Cagnoni, Mario, in un dialogo con l’altro figlio, Stefano. Una telefonata intercettata dall’utenza fissa della villa di Firenze che avviene alle 10.19 del 19 settembre 2016 (ovvero poche ore dopo la scoperta del cadavere di Giulia Ballestri e l’arresto del dermatologo per omicidio), il cui contenuto per gli inquirenti conforta la ricostruzione del quadro accusatorio.
Circostanza che va ad aggiungersi ad altre frasi dello stesso tenore che per Procura e Squadra mobile lasciano trasparire la responsabilità dell’omicidio. In un dialogo con una donna più giovane con cui mostra di avere molta confidenza del 4 ottobre, il padre di Cagnoni racconta che il figlio in carcere «è tranquillo, come sai, vive come se giustizia è fatta».
Mentre in una telefonata del 22 ottobre con la custode della villa di Padre Genocchi in cui è stato trovato il cadavere di Giulia Ballestri è la madre dell’imputato a spiegare che Matteo «l’ha fatta grossa ma ha avuto un trauma talmente grosso per la distruzione della sua famiglia che non ci ha visto più». Mentre sulla nuora uccisa commenta «che a volte gli ormoni fanno dei brutti scherzi».
Nella conversazione la donna spiega poi che dopo la tragedia la priorità è quella di salvaguardare per quanto possibile i tre figli della coppia. «La vita va avanti» commenta all’inizio della telefonata, ribadendo che i nipoti «stanno bene» dai nonni di Ravenna che li accudiscono e che tra la scuola e le attività sportive si è cercato di far vivere loro, per quanto possibile, una parvenza di normalità. Anche se, di fronte alla tragedia e all’improvvisa assenza di entrambi i genitori, tenerli all’oscuro di tutto non è stato possibile. Gli è stato detto che la mamma «è andata via, che non c’è».

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