In fumo un milione di euro, promotrice condannata

Rimini

RAVENNA. Accusata di aver fatto sparire un patrimonio – circa un milione di euro – tra investimenti ad alto rischio e trasferimenti di denaro sul proprio conto corrente, Fiorella Laghi, 53enne ravennate difesa dall’avvocato Roberta Cavallari, è stata condannata ieri in abbreviato a due anni e dieci mesi e al pagamento di 6mila euro di multa.

La sentenza

Nel riqualificare alcune delle ipotesi da appropriazione indebita a truffa e nel contestare all’imputata anche l’esercizio abusivo della professione di promotrice finanziaria, ieri il giudice Beatrice Bernabei ha inoltre disposto il pagamento in favore degli investitori raggirati (costituiti parte civile e assistiti dagli avvocati Antonio Primiani e Alessandro Docimo) di una provvisionale di 10mila euro a testa.

I fatti

Si è chiusa con questo verdetto in primo grado la vicenda che vedeva a processo la consulente finanziaria accusata di aver gestito il capitale versato da alcuni risparmiatori a cui aveva prospettato investimenti attraverso una piattaforma on line riferita a una società con sede in Irlanda.

I primi conferimenti, nell’ordine di 400mila euro, risalgono al 2009; poi, tramite il passaparola, gli investitori avevano indotto amici e parenti a fare altrettanto, coinvolgendoli senza volerlo nel crac.

Per questioni di praticità la donna aveva così costituito un’associazione facendo confluire in un unico conto (di cui aveva le password di accesso e i codici per le operazioni) gli apporti con cui effettuare gli investimenti; gli utili derivanti dalle operazioni economiche sarebbero poi stati ripartiti tra i risparmiatori in proporzione a quanto versato.

Eppure, nonostante le rassicurazioni che gli investitori non avrebbero perso oltre il 10% del capitale depositato, i risparmiatori hanno perso tutto attraverso operazioni rischiose che non avevano autorizzato.

«Colpa della piattaforma on line», aveva cercato di giustificarsi la promotrice finanziaria nel tentativo di smarcarsi dalle accuse. Ma a puntarle il dito contro era stato anche un ex dipendente dell’associazione privata, che in sede di indagine aveva svelato che la donna, per coprire le perdite e convincere gli investitori a versare altre somme, redigeva falsi prospetti riepilogativi sull’andamento degli investimenti nei quali figuravano utili. Guadagni fittizi per i quali chiedeva ed era riuscita a ottenere bonus e provvigioni dai clienti.

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