Ciclisti indisciplinati: quest'anno multati già in 81

Rimini

RAVENNA. Ciclisti indisciplinati: aumentano le sanzioni. Nel corso del 2016 sono stati 80 i conducenti di biciclette sanzionati dalla Polizia municipale di Ravenna; nel 2017, fino al 26 ottobre, sono già 81, dato destinato a salire da qui a fine anno.

Le infrazioni

Che in una terra tradizionalmente vocata agli spostamenti sulle due ruote il rispetto delle regole di circolazione resti appannaggio di pochi, è sotto gli occhi di tutti: circolazione affiancata, mancato uso dei dispositivi di illuminazione, inosservanza delle regole di circolazione nei centri abitati, perdita del controllo dei veicolo (anche a causa delle mani impegnate, spesso con dall’uso del telefonino), circolazione contromano, mancate precedenze, attraversamento in sella sulle strisce pedonali sono alcune delle infrazioni più frequenti commesse quotidianamente dagli utenti della strada che prediligono l’uso delle due ruote.

« La bici è un veicolo»

Ma la guida della bicicletta non è una zona franca e l’aumento delle sanzioni lo rimarca: si tratta a tutti gli effetti di un veicolo e come tale deve sottostare alle regole del Codice della strada. Lo ricorda il vicesindaco Eugenio Fusignani, che detiene la delega alla sicurezza e alla Polizia municipale: «Il mancato rispetto delle regole crea situazioni pericolose, non solo per gli stessi ciclisti, ma anche per gli automobilisti e per i pedoni – spiega –. La bicicletta per i piccoli spostamenti resta il mezzo più sicuro, efficace ed ecologico, e vista l’attenzione anche alla qualità ambientale dei centri abitati, che deve essere prestata da ognuno di noi, è destinata sempre più a prendere piede, e di pari passo aumenteranno anche i controlli. I ciclisti devono acquisire la consapevolezza di essere alla guida di un mezzo, e che in quanto tale sono tenuti a rispettare le norme previste dal Codice della strada».

I cicloturisti

Qualche considerazione a parte meritano i cicloturisti, spesso refrattari ad alcuni dettami, come l’utilizzo delle piste ciclabili o la circolazione in fila. «È uno degli sport più belli del mondo – sottolinea Fusignani – ma anche questo tipo di utenti della strada deve acquisire una cultura della circolazione. Quella di girare appaiati è un’abitudine difficile da scardinare».

Gli esempi europei

Allo stesso tempo, però, una segnaletica ad hoc che renda più visibili i percorsi ciclabili per gli altri utenti della strada potrebbe rendere più sicuro lo scorrazzare sulle due ruote. «Bisognerebbe che il nostro Codice della strada recepisse quanto avviene in altri paesi europei, anche solo la Francia e la Spagna per restare più vicini a noi. Sarebbe un elemento di tutela sia per i ciclisti che per gli automobilisti», conclude Fusignani.

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