"Mano morta" tra i banchi di scuola, studente condannato a un anno

Rimini

RAVENNA. Dalla mano morta tra i banchi di scuola all’accusa di violenza sessuale sui banchi del tribunale. Un passaggio costato all’adolescente (assistito dall’avvocato Antonio Primiani) che all’epoca dei fatti si era fatto trascinare dalla tempesta ormonale verso una compagna di classe, la condanna in abbreviato a un anno (con sospensione condizionale della pena) da parte del gup Rossella Materia; la pubblica accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Antonio Vincenzo Bartolozzi, aveva chiesto un anno e mezzo per un reato per il quale l’imputato rischiava fino a 10 anni.

La vicenda si colloca tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 quando il ragazzo e la ragazza erano compagni di classe alle superiori. I due erano in buoni rapporti, c’era feeling e probabilmente tra loro era sorta anche una simpatia reciproca. Ma la situazione sarebbe stata equivocata o male interpretata dal ragazzo, che si è fatto prendere letteralmente la mano, lasciandosi andare ad un eccesso di confidenza che lo avrebbe portato a toccare in più occasioni il sedere della ragazza. Cosa che si sarebbe verificata anche alla presenza di altri compagni di scuola e che, per modalità e insistenza, avrebbe travalicato il confine tra bravata o scherzo pre-adolescenziale fuori tempo massimo per sfociare in molestia. Infastidita, la giovane, già maggiorenne, lo avrebbe invitato a smettere, richiesta che non avrebbe sortito effetto fino a quando non ha sporto denuncia. Al ragazzo erano stati inizialmente contestati una pluralità di episodi avvenuti nell’arco di alcuni mesi, ma nel fascicolo sono confluiti solo i due commessi nei giorni immediatamente successivi al compimento della maggiore età, dopo i quali i contatti inopportuni sarebbero cessati. E’ invece venuta meno l’ipotesi di stalking presa in considerazione in un primo momento.

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