La bomba d'acqua non ferma gli sposini

Rimini

RAVENNA. Il giorno più lungo prima del giorno più bello. Quello di Marco e Martina, lui ravennate medico anestesista al Sant’Orsola di Bologna, lei di Macerata; ginecologa anche lei nello stesso ospedale. Si sposeranno oggi pomeriggio alle 16 nella basilica di Santa Marina in Porto, ma fino al tardo pomeriggio di ieri sono stati in bilico fino all’ultimo. No, nessun ripensamento. Questa volta a mettere ansia alla coppia è stata la burocrazia.

Nella mattinata di ieri infatti era tutto pronto per la rimozione della croce metallica pericolante dalla cupola della chiesa dopo il maltempo di giovedì. Sul posto alle 8 c’erano già la maxi gru da 78 metri, i vigili del fuoco per un sopralluogo e la municipale. E ovviamente, a “fare il tifo” e osservare i lavori in corso, un manipolo di umarell.

Le operazioni sembravano procedere speditamente con i vigili che vanno su una prima volta e decidono di tagliare la croce con un flessibile. Ma nella tarda mattinata arriva lo stop della Sovrintendenza. Di chi è la chiesa? Della Curia? E allora servirebbe un nulla osta. Che manca. Ma indagando si scopre che la chiesa è dello Stato e quindi servirebbe un nulla osta della stessa Sovrintendenza. O forse del Demanio. Insomma non si sa bene a chi chiedere il permesso. E intanto il tempo passa. Martina viene avvisata al telefono da Don Lucas, il sacerdote polacco di Santa Maria in Porto. «Ero appena uscita dalla sala operatoria - dice - pensavo a uno scherzo. Di fatto a 24 ore dal matrimonio non so se c’è una chiesa per noi». Sul posto arriva il marito (futuro), il dottor Marco. Si informa, chiede, passa minuti lunghissimi al telefono. Poi la svolta. A tagliare la testa al toro ci pensa il sindaco De Pascale che firma un’ordinanza apposita per motivi di sicurezza. La situazione si sblocca così nel pomeriggio. Martina e Marco si abbracciano emozionati, mentre il cellulare di lei – arrivata sul posto con una tshirt eloquente con scritto “ La sposa” – squilla in continuazione. «Ho i parenti da sistemare» dice. «Devo dire che il Comune è stato molto efficiente, hanno fatto di tutto per ultimare queste operazioni e farci sposare».

Insomma il lieto fine c’è. E non solo per i due sposini, ma anche per gli umarell, anche loro stremati dall’attesa.

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