Un amico rivela: «Matteo alle undici era ancora vivo»
È un dettaglio che mette i brividi quello messo a verbale in queste ore da uno dei quattro ragazzi che hanno passato con Matteo Ballardini la sua ultima notte di vita.
Il ragazzo – ora indagato con altri tre amici per omissione di soccorso e con un 19enne accusato di avergli venduto la droga consumata quella sera – ha confermato agli inquirenti di essere stato l’ultimo a tornare sul posto per vedere come stesse l’amico. Matteo, come noto, nonostante fosse già in condizioni critiche era stato infatti abbandonato dagli amici definitivamente verso le 7 del mattino.
E questo vuol dire che per almeno altre 4 ore Matteo ha continuato a restare da solo in quell’auto parcheggiata tra via San Giorgio, via Massarenti e via Del Vecchio.
Il suo telefono – hanno raccontato ieri al Corriere Romagna i suoi genitori – aveva invece smesso di squillare sin dall’una di notte, lasciando la madre Sabrina e il padre Luca in un angoscia profonda proseguita fino alla sera successiva, quando i carabinieri hanno poi comunicato loro la tragica notizia del ritrovamento del cadavere.
Si poteva salvare Matteo? E perché quei ragazzi non hanno chiamato un’ambulanza?
Alla prima domanda dovrà rispondere l’autopsia disposta dal pm Marilù Gattelli. Autopsia che accerterà con esattezza anche l’ora della morte di Matteo. Sui motivi invece che hanno spinto quei quattro ragazzi a non chiedere aiuto emergerebbe già una una prima “giustificazione” data agli inquirenti che hanno sentito alcuni di loro come persone informate sui fatte nelle ore successive alla tragedia. Uno di loro – ma ovviamente saranno le indagini a stabilire la credibilità di questa versione – avrebbe detto che sarebbe stato lo stesso Matteo a chiedere di non allertare i soccorsi.