Omicidio della guardia giurata, spunta la pista di Igor il russo

Rimini

RAVENNA. L’arma utilizzata, un fucile a pallettoni calibro 12, è la stessa. E anche il modus operandi adottato, dal colpo di avvertimento contro l’auto di servizio alla pistola in dotazione sottratta. Senza contare poi che a essere presa di mira era stata, nella notte tra il 29 e il 30 marzo a Consandolo come il 30 dicembre del 2015 a Fosso Ghiaia, proprio una guardia giurata.

Analogie tra l’omicidio di Salvatore Chianese e quello di Budrio che lasciano ipotizzare un collegamento tra i due episodi. Soprattutto che a premere il grilletto possa essere stata la stessa persona, che si tratti del principale indiziato per l’assassinio del barista emiliano Davide Fabbri, l’ex militare dell’Armata Rossa, Igor Vaclavic, detto “il russo”, ricercato da giorni in mezza regione oppure uno degli altri sospettati.

Qualcosa più di un semplice spunto investigativo secondo gli inquirenti, che potrebbe rappresentare una svolta nelle indagini e spiegare un delitto, quello alla Cava Manzona, all’apparenza inspiegabile. Mesi di accertamenti, intercettazioni, rilievi e interrogatori senza sosta dei carabinieri coordinati dal sostituto procuratore Daniele Barberini finora non avevano consentito di individuare un movente; pur avendo controllato tutto sulla vita della vittima, dei suoi conoscenti e dei suoi familiari, non erano infatti emerse ombre che potessero giustificare un gesto così efferato e tutte le piste alternative battute – dal bracconiere alla reazione dei protettori delle lucciole che si prostituivano in quella zona – non erano state ritenute convincenti. Quanto accaduto sabato scorso al bar di Riccardina, frazione alle porte di Budrio in cui il proprietario è stato ucciso durante un tentativo di rapina, potrebbe invece rispondere ai tanti interrogativi sospesi e dare un nome e un volto al killer del 42enne freddato un anno e mezzo fa, aggiornando così il fascicolo aperto in Procura per la morte della guardia giurata di Osteria finora a carico di ignoti.

Sovrapponendo i tre episodi infatti emergono vari dettagli sovrapponibili. Nel bar tabacchi di Riccardina il killer ha sparato un colpo a terra col fucile per far capire che non scherzava prima di reagire al tentativo del titolare di disarmarlo sparandogli con una pistola del tutto simile a quella sottratta alla guardia giurata di Consandolo. Anche in quel caso l’aggressore aveva esploso colpi contro l’auto di servizio del vigilante costringendolo a stendersi e sfilandogli l’arma in dotazione. Uno schema che sembra combaciare anche con l’omicidio della cava a ridosso della Statale, che a sud di Ravenna si chiama Adriatica ma che a nord diventa Reale e passa pure da Consandolo. Distante da Fosso Ghiaia ma in fondo neppure troppo. Se, come ritengono gli inquirenti, ad agire è stata la stessa persona, quel lunotto infranto della macchina della guardia privata potrebbe infatti essere stato il colpo di avvertimento; Chianese potrebbe aver pagato con la vita il tentativo di reazione o l’aver compiuto un movimento scambiato dall’assassino come tale.

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