Faenza, a Sara Lusa il Pavone d'oro

Rimini

FAENZA. Sara Lusa, 17 anni, di Faenza, studentessa del liceo linguistico, è la trionfatrice del Pavone D’Oro 2017. Il concorso canoro under 18 ha visto concludersi la sua 37ª edizione sabato sera in un teatro Masini straripante di pubblico fino al loggione. Oltre 500 persone hanno assistito a più di tre ore di spettacolo, accogliendo con fragorosi applausi i 20 talentuosi finalisti di un’edizione da record di concorrenti.

A Sara, interprete del brano Hello di Adele, è andato il magnifico trofeo in ceramica della Bottega Goffredo Gaeta e una speciale intervista su Radio Rcb. «Vorrei lavorare nel campo della musica: ci provo perché è la mia più grande passione», ha dichiarato a caldo. Attualmente canta in un coro, partecipa a concorsi, fa la catechista in parrocchia e con Marco Babini è la componente femminile del duo acustico “Over the moon” secondo classificato al Pavone Rock.

Il primo premio della categoria “C” è andato a Bianca Alma Cogliandro (C’è tempo di Ivano Fossati”), 18 anni, pure lei studentessa del Linguistico. Giorgia Montevecchi, 14 anni, si è imposta nella categoria B2 con Margherita di Riccardo Cocciante. Ha deliziato i sensi la virtuosa interpretazione di Beautiful that way, tema del film “La vita è bella”, eseguita da Matilde Zama (prima nella categoria B1): una delle voci faentine più promettenti, già in tv nello Zecchino d’oro e con il coro dell’Antoniano. Sara Calamelli di 8 anni ha infine vinto la categoria A, interpretando Il contadino.

A premiare sono intervenuti tra gli altri il sindaco Giovanni Malpezzi, il vescovo emerito Claudio Stagni e, accompagnato da don Marco Ferrini (presidente dell’associazione Pavone d’oro), il presidente di giuria, Pape Gurioli, la cui carriera di pianista, compositore, arrangiatore iniziò proprio grazie a don Italo Cavagnini (ideatore del concorso) a cui fu presentato da Padre Albino Varotti: «Don Italo – ha detto sul palco Gurioli – mi regalò addirittura un pianoforte Wurlitzer, che costava quanto 6 mesi di stipendio di un operaio». Monsignor Stagni ha fatto sorridere il pubblico: «Sono rimasto a Faenza – ha detto scherzoso – per poter consegnare questo premio». Ma ha poi rimarcato l’opera del fondatore e l’importanza del «coinvolgimento e raccoglimento dei giovani intorno alla musica». Gradevoli le scenografie “horror” e l’intermezzo comico di Luca Giardullo, finalista di Faenza Cabaret.

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