«In pericolo la tradizione del mosaico»

Rimini

RAVENNA

Non mosaicisti in aula, ma insegnanti genericamente esperti di “discipline pittoriche”: è lo scenario futuro che si delinea per l’insegnamento dell’arte musiva al liceo artistico Nervi-Severini, se non si interverrà in maniera efficace affinché venga riconosciuta dal ministero la “vocazione territoriale” di Ravenna in questo linguaggio espressivo e di conseguenza torni ad avere classi di concorso specifiche.

Le nuove norme

A monte dell’impasse la riforma Gelmini, che nel 2010 ha accorpato gli istituti d’arte ai licei artistici. Così il glorioso Istituto d’arte per il Mosaico Severini, con sede in via Pietro Alighieri, è stato assorbito dal Nervi; stessa sorte, all’altro capo dello stivale, per la sola altra istituzione analoga della Penisola, il D’Aleo di Monreale nel Palermitano. Il colpo di grazia, però, arriva nel 2015 con la revisione delle classi di concorso per l’insegnamento delle materie nelle scuole: tratto di penna sul mosaico, che viene inglobato nella voce generica delle discipline pittoriche. Che significa che un pittore senza alcuna specifica competenza nel campo delle tessere potrebbe ottenere la cattedra specifica al Severini, così come a Monreale. Ma significa anche che già dallo scorso anno la disciplina è stata cancellata dalla prove dell’esame di maturità.

L’iniziativa dei consiglieri

A sollevare il problema i consiglieri comunali del Pri Chiara Francesconi e Giannantonio Mingozzi, che in un ordine del giorno – già fatto proprio da tutti i consiglieri di maggioranza – chiedono all’amministrazione comunale di impegnare Regione e Governo affinché il Miur riconosca l’autonomia del settore di insegnamento del mosaico. L’auspicio è che il documento possa essere condiviso «da tutti i gruppi del Consiglio, perché è opportuno che a sostenere questa proposta vi sia il più ampio schieramento politico».

Lo scenario

La possibilità che venga ripristinata una classe di concorso specifica esiste, come esistono precedenti di richieste analoghe accolte dal ministero. L’elemento qualificante in questo senso è che venga riconosciuta la specificità territoriale dell’insegnamento. Questo è avvenuto per altre arti applicate – che sono state quindi salvaguardate – quali quelle del vetro, del tessuto, della ceramica e del legno; mentre per contro a tutt’oggi non ne hanno beneficiato il mosaico, il corallo e l’alabrastro.

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