Tredicenne va a ripetizione: stuprata e drogata

Rimini

RAVENNA. Li aveva conosciuti a soli 13 anni, andando a ripetizione quando frequentava la seconda media. Ma quella che sarebbe dovuta essere solo la sua insegnante avrebbe fumato hashish con lei, mentre il compagno, stando alla sentenza di primo grado, fece anche di peggio: abusò di lei costringendola ad avere un rapporto sessuale e a subire palpeggiamenti e baci rubati.

Accuse orribili per le quali l’uomo (oggi 40enne) è stato condannato in abbreviato a 8 anni di reclusione dal giudice Rossella Materia, un anno invece alla sua compagna che era invece all‘oscuro di quei rapporti, ma che comunque diede della droga alla ragazzina. Il giudice ha anche disposto un risarcimento da 100mila euro.

La vicenda, tanto sconvolgente quanto articolata, comincia pochi anni fa quando la ragazzina viene mandata a ripetizione a casa di un’insegnante di Ravenna. Dopo un po’ si instaura un rapporto di simpatia reciproca e di fiducia che va oltre al legame didattico. Ma in scena deve ancora entrare il compagno dell’insegnante. E’ lui - stando alla versione dell’accusa - a insidiare quella ragazzina. Una sera - racconterà poi la giovane - dopo aver bevuto insieme, lui la bacia. In un’altra occasione allunga le mani, fino ad arrivare un giorno ad avere un vero e proprio rapporto sessuale senza che lei sia consenziente. Ma nonostante tutto la ragazza - che vive un momento difficile della sua vita - continua a frequentare quella casa. I rapporti tra i due continuano e questa volta sono consenzienti, ma lei ha meno di 14 anni ed è comunque un reato. Per quasi tre anni i due continuano a frequentarsi proseguendo una relazione che non è più oggetto di inchiesta penale, ma un giorno la compagna di lui si accorge di tutto. A quel punto l’uomo tronca il rapporto con la ragazzina che vive quel rifiuto in maniera a dir poco traumatica.

Di lei si occupa anche una psicologa con la quale la giovane si lascia andare, raccontando di alcuni abusi. Non incolpa subito il suo “ex”, bensì il padre che viene persino indagato, prima di essere scagionato quando si capisce che la figlia non è attendibile. Poco a poco, però, la ragazza si apre del tutto e si arriva al nome di quell’uomo. Partono così le intercettazioni e viene sequestrato il suo cellulare e il computer. Nei messaggi tra i due - secondo l’accusa - ci sono le prove di quella relazione cominciata quando lei era ancora 13enne.

Lui non nega, ma si difende (avvocato Lisa Venturi) puntando tutto sull’età della ragazza: «Aveva già compiuto i 14 anni ed era consenziente» dirà. La procura (pm Daniele Barberini) la pensa diversamente e chiede 6 anni. Tesi accolta anche dal giudice che non gli concede nemmeno le attenuanti generiche e lo condanna a 8 anni. Un anno di pena, invece, per la compagna, per quella canna fumata assieme. Ma il giudice dispone anche un risarcimento da 100mila euro alla ragazza che (tutelata dall’avvocato Paola Brighi) si era costituita parte civile.

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