Nuove minacce di morte al figlio di Poletti

Rimini

RAVENNA. Dalle foto choc su Facebook ai proiettili mandati con posta ordinaria. Nuove minacce di morte sono arrivate nei giorni scorsi al giornalista 42enne Manuel Poletti, figlio del ministro Giuliano. Una busta con tre bossoli calibro nove è stata inviata infatti al direttore 42enne del settimanale “SettesereQui” e recapitata nella redazione faentina del giornale in via Zanelli.

E’ questa l’ultima inquietante evoluzione delle polemiche innescate poco prima di Natale dalle infelici frasi del ministro sui giovani italiani costretti a emigrare. Polemica legittima, ma poi degenerata in una spirale incontrollata di odio che ha investito anche il figlio del ministro soprattutto sui social. Poco prima di Natale Manuel Poletti (che lavora tra Ravenna e Faenza e abita a Cesena) era stato minacciato via Facebook e via mail, la sua colpa quella di essere direttore di una cooperativa editoriale che riceve contributi pubblici. Ma dopo le critiche e gli insulti sono arrivate anche le minacce di morte con tanto di foto choc postate sulla sua bacheca Facebook, come l’immagine di Mussolini appeso a testa in giù in piazzale Loreto. Una situazione che lo aveva spinto a sporgere denuncia ai carabinieri di Faenza, coadiuvati anche da quelli del Ros. Ma chi si pensava che l’eco mediatica potesse progressivamente esaurirsi togliendo i riflettori di dosso al figlio del Ministro purtroppo si sbagliava. Il fatto più inquietante è stato scoperto lunedì scorso da un altro giornalista del settimanale che, nonostante la pausa natalizia, si era recato nella redazione faentina per ultimare un articolo. Poco dopo le 13, mentre era seduto alla sua scrivania, ha sentito il postino lasciare alcune lettere nella buchetta. Si è alzato e ha visto le tre buste appena arrivate. Su una c’era una scritta grossolana fatta con un pennarello: “Per Manuel Poletti, Coop Media Romagna”. In un periodo normale forse non ci avrebbe fatto caso, ma in questi giorni quella scritta in stampatello lo ha allarmato. Ed è stato lui a chiamare subito i carabinieri. Nella missiva c’erano infatti tre proiettili calibro 9 e un messaggio eloquente: “Figlio di p..., Ti ammazziamo, guardati le spalle”. A corredo anche una foto di Manuel Poletti ritagliata da un quotidiano. La missiva è stata subito sequestrata dai carabinieri che hanno notato anche un’altra “anomalia”: la mancanza di un timbro postale col quale si possa risalire al luogo da cui è stata inviata. «Ho piena fiducia nel lavoro dei carabinieri - spiega Manuel Poletti al telefono - Mi auguro che le indagini facciano luce su quanto accaduto. Ma preferisco non aggiungere altro». Nelle prossime ore potrebbero essere decise nuove misure di sicurezza nei suoi confronti. Poco prima della busta dei proiettili lettere con insulti erano arrivate anche alla sua famiglia.

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