Soldi spariti, arrestato ex dipendente

Rimini

RIOLO TERME. In quella ditta - la Frm di Riolo Terme, leader nella produzione di ricambi e accessori per bici sportive e di alta gamma - aveva lavorato per diversi anni prima di mettersi in proprio nella scorsa primavera.

Operante nello stesso settore, l’ex dipendente era diventato cliente dell’azienda; per questo tornava di tanto in tanto dai vecchi colleghi per ordinare e ritirare componenti per le due ruote. Ma durante quelle rimpatriate, secondo l’accusa, ne approfittava per alleggerire la cassaforte aziendale.

Come? Sfruttando una chiave che risultava smarrita lo scorso febbraio. Arrestato giovedì dai carabinieri di Riolo Terme per il furto aggravato di 550 euro, al 38enne residente nell’Imolese finito in manette vengono contestati anche gli ammanchi registrati nei mesi scorsi per un ammontare complessivo, stimato dalla dirigenza, in oltre 16mila euro. Ieri l’uomo - che aveva preso parte come meccanico alla spedizione azzurra di mountain bike alle Olimpiadi di Rio - è comparso in tribunale per la convalida. Davanti al giudice Andrea Galanti, l’imputato avrebbe ammesso parte dei fatti addebitatigli contestando però l’importo dichiarato che a suo dire sarebbe inferiore. In seguito alla richiesta dei termini a difesa da parte del legale che lo assisteva, il processo per direttissima è stato aggiornato a poco prima di Natale.

Stando a quanto ricostruito, i sospetti sul conto del 38enne sarebbero sorti solo di recente, quando nell’azienda si sono accorti che spesso le sottrazioni di denaro coincidevano con le visite del vecchio dipendente. Ma gli ammanchi erano iniziati diversi mesi prima. Precisamente da maggio, quando per la prima volta in azienda si accorgono del contante sparito dalle buste con gli incassi depositate nella cassetta di sicurezza interna. L’ipotesi di un errato conteggio della contabilità viene però scartato quasi subito, visto che la cosa si ripete con una certa frequenza tanto che prima di luglio verrebbero a mancare ben 8mila euro. I conti continuano a non tornare anche nelle settimane successive: prima della pausa estiva spariscono altri 4mila euro e i “prelievi”, seppur di importi inferiori, proseguono anche dopo la ripresa dell’attività.

Il fatto che la cassaforte si trovasse sotto uno scaffale in un’area non di accesso al pubblico e che non risultassero segni di scasso aveva fatto prendere in considerazione il coinvolgimento di un dipendente infedele.

Per questo la dirigenza si era rivolta ad un investigatore privato provvedendo pochi giorni fa ad installare anche un impianto di videoripresa, lo stesso che ha poi immortalato il 38enne in azione.

Sul suo conto c’erano già forti sospetti da parte dei carabinieri che, informati delle continue sparizioni di denaro, avevano rimarcato come troppe volte i furti coincidevano con la visita dell’ex meccanico.

Che anche giovedì è tornato in azienda per ritirare della merce. Mentre era negli uffici aveva chiesto di poter andare in bagno, ma quella della toilette sarebbe stata per gli inquirenti solo una scusa per potersi avvicinare alla cassaforte.

Sapendo come muoversi e in possesso della chiave (nonostante lo smarrimento nessuno della ditta aveva pensato di cambiare quanto meno il nottolino) ha preso il contante ignorando che le banconote - che in parte ha utilizzato per pagare la fornitura appena acquistata - erano state fotocopiate.

Poco dopo essere uscito è stato fermato dai militari che lo hanno anche indagato per ricettazione in relazione alla somma (2.400 euro) ritrovata in un tubo di plastica all’interno della sua auto, cifra che a suo dire era legata alla vendita di una bici ma su cui sono in corso accertamenti.

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