Superpensione a rischio truffa

Rimini

RAVENNA. Si sarebbe creato una “pensione integrativa” fai da te di 3.900 euro al mese. Una bella somma che, secondo quanto ricostruito dalla Guardia di finanza, l’ex sindacalista dello Snals indagato per truffa aggravata ai danni dello Stato avrebbe però percepito indebitamente.

Una rendita “extra” che, moltiplicata per nove anni (è in quiescenza dal 2007) avrebbe permesso all’ex insegnante di intascare finora oltre 420mila euro; la stessa somma ritrovata accantonata in un conto titoli intestato al docente che nei giorni scorsi le Fiamme gialle hanno sottoposto a sequestro preventivo in esecuzione di un provvedimento emesso dal gip su richiesta del sostituto procuratore Stefano Stargiotti.

L’indagine rappresenta la costola di un’inchiesta madre condotta della Finanza di Brescia partita in seguito a un servizio della trasmissione televisiva “Le Iene” che aveva acceso i riflettori sul meccanismo ritenuto truffaldino. Da lì erano partiti accertamenti estesi poi a tutta Italia che hanno toccato anche Ravenna.

Stando a quanto ricostruito dagli uomini del nucleo di polizia tributaria, al sindacalista sarebbe spettato un vitalizio da 2.100 euro; invece sfruttando - secondo l’accusa in modo illegittimo - quanto previsto da una legge speciale per i lavoratori distaccati, quella rendita era triplicata.

L’indagato avrebbe beneficiato del fatto che all’epoca vigeva il sistema retributivo e il corrispettivo pensionistico era parametrato sull’ammontare degli ultimi stipendi. E la sua retribuzione negli ultimi otto mesi antecedenti la conclusione della carriera lavorativa era salita a quella cifra.

Come? Stando alle indagini, attraverso versamenti periodici di contanti sul conto corrente del sindacato su cui aveva la delega per operare; quel denaro sarebbe poi stato impiegato per gonfiare lo stipendio. Una volta in pensione l’ex docente avrebbe poi continuato a percepire 6mila euro, somma comprendente anche la contribuzione aggiuntiva erogata dall’Inps in virtù di una richiesta che il 65enne avrebbe firmato per conto del sindacato autonomo; la domanda era stata corredata di un verbale che per gli inquirenti l’uomo aveva artefatto, trasformando i 6mila euro annualmente percepiti per l’attività sindacale svolta (500 euro al mese) in 6mila euro al mese.

In questo modo il rappresentante dei lavoratori avrebbe percepito una pensione d’oro. Ma ora potrebbe dover restituire quelle somme.

Le indagini hanno infatti portato la Procura a emettere un decreto di sequestro preventivo che ha consentito alle Fiamme gialle di sequestrare ai fini della confisca l’equivalente del trattamento economico illegittimamente ottenuto, ovvero 420mila euro ritrovati investiti in titoli; la Finanza ha inoltre invitato l’Inps a interrompere la corresponsione dell’indennità aggiuntiva. (gi.ro.)

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui