«Fuori i soldi o faccio esplodere la bomba»

Rimini

RAVENNA. Dopo la rapina sono sfilati davanti ad alcuni operai impegnati nel cantiere proprio di fronte alla banca; ma loro, proprio perché lavoravano, non li hanno neppure notati. E nemmeno le telecamere pubbliche li hanno ripresi durante la fuga, visto che l’impianto era spento.

E’ andato decisamente tutto per il verso giusto ai malviventi che nel pomeriggio di ieri hanno preso di mira la filiale della Banca Popolare dell’Emilia Romagna di Ponte Nuovo.

Stando a quanto ricostruito dai carabinieri intervenuti sul posto in seguito all’allarme, i banditi sono entrati in azione attorno alle 15.40 in un momento in cui all’interno c’erano tre impiegati e una cliente. L’ingresso è avvenuto alla spicciolata. Il primo, vestito in modo elegante, si è finto cliente. Poi il secondo a volto coperto, un giubbino rifrangente addosso e un oggetto di plastica in mano, che a qualcuno è parso una replica e a qualcun altro una pistola laser. A detta dell’uomo invece sarebbe stato un ordigno. Avvicinandosi alle casse ha infatti intimato di tirare fuori il denaro «sennò faccio saltare la bomba». Quasi certamente un bluff (anche perché nella fuga il malvivente l’aveva pure dimenticata sul bancone), ma comprensibilmente nessuno si è messo a fare questioni. Con in mano il bottino - poco meno di 5mila euro - i due sono usciti passando davanti agli operai che stavano sistemando il marciapiedi proprio di fronte alla banca. Nessuno però ci ha fatto caso. Poi i due si sono diretti verso il ponte e nel tragitto il secondo si è sfilato il giubbotto da lavoro.

Appena è scattato l’allarme sul posto si sono portati diversi equipaggi dell’Arma, del Nucleo operativo radiomobile, della stazione di via Alberoni e del comando provinciale che hanno avviato le indagini, visionando anche le immagini del circuito di videosorveglianza interno all’istituto di credito. Battute le zone circostanti, compreso l’argine dei Fiumi Uniti dove si ipotizzava potessero essersi allontanati a piedi, ma senza esito. Altre segnalazioni indicavano come possibile via di fuga il sottopasso ciclopedonale dove ad attenderli ci sarebbe stato un complice in auto.

Escluso un collegamento con la rapina commessa la sera precedente alla sala slot di viale Randi, gli inquirenti ritengono invece che l’episodio possa essere messo in relazione con il tentativo fallito giovedì mattina alla filiale della Cassa di risparmio di Cesena di viale Alberti. Un assalto non andato a buon fine per la prontezza di riflessi del direttore insospettito quando ha visto avvicinarsi all’ingresso due individui, uno dei quali sembrava avere una parrucca. Anche in quel caso si trattava di due uomini, uno vestito con una giacca e l’altro con un giubbino smanicato del tipo ad alta visibilità. Proprio come quello indossato da uno dei rapinatori di ieri.

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