Il Comune all'Eni: stop all'Angelina

Rimini

RAVENNA. A due settimane dal referendum che deciderà il futuro delle estrazioni entro le 12 miglia dalla costa, la maggioranza sorprende tutti e, nonostante Pd e Pri abbiano più volte sostenuto il proprio “no” convinto al voto del 17 aprile, ora si appellano direttamente a Eni per salvare Lido di Dante e Lido Adriano dalla subsidenza: «Spegnete l’Angela Angelina prima della fine della sua concessione». Passa in Consiglio comunale l’ordine del giorno ideato da Sel (dalla consigliera Ilaria Morigi) e condiviso anche da Pd e Repubblicani perché si avvii con Eni un nuovo confronto sulla «totale cessazione del punto di estrazione con netto anticipo rispetto alla scadenza della concessione» e il «trasferimento delle royalty alla tutela della costa». Sorpresa l’opposizione che vede il documento contraddittorio rispetto alle dichiarazioni di voto sul referendum.

Il primo a parlare dell’opportunità di chiedere a Eni il ripensamento sull’Angela Angelina, la trivella che si erge a nemmeno tre chilometri dalla battigia di Lido di Dante, era stato a ottobre scorso l’assessore Enrico Liverani, scomparso dopo poco. Il tema fu ripreso durante il confronto sul protocollo Eni per l’iniezione di acqua nei pozzi di prelievo, ma per essere in realtà accantonato poco dopo: in quella sede fu il successore di Liverani alla subsidenza, Libero Asioli, ca chiarire come chiedere lo smantellamento della piattaforma fosse impossibile prima della scadenza della sua concessione, fissata per il 2027. Da allora, non è passato nemmeno un mese, ma la maggioranza ci ha ripensato. “Merito” della piaga che da anni affligge Lido di Dante e Lido Adriano: la subsidenza che ha fatto sprofondare le due località di circa mezzo metro negli ultimi trent’anni. «Serve impegnarsi - spiega la consigliera Morigi - per puntare a un sistema di monitoraggio che sia trasparente e la cui guida sia affidata ad Arpa, a una riorganizzazione con una predisposizione entro la fine di dicembre di modalità estrattive che evitino la subsidenza, e al superamento dei punti di estrazione vicino alla costa quindi proprio l’Angela Angelina, della quale si deve prevedere la totale cessazione con netto anticipo rispetto alla scadenza della concessione. Si punti al completo trasferimento delle royalty previste a favore della regione che, in aggiunta ai contributi compensativi volontari, potranno essere usati per la tutela della costa». Si punti, conclude la Morigi, a una conversione all’energia verde. Dubbiosa l’opposizione che ha votato contro. «Condividiamo parte di questo documento, ma come fate a sostenere l’astensione dal referendum e al contempo lo spegnimento dell’Angela Angelina? E come potrà essere fatto senza un piano energetico nazionale?», chiosa il consigliere 5Stelle Pietro Vandini. 

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