Blitz di Greenpeace sulla piattaforma

Rimini

RAVENNA. Blitz degli attivisti di Greenpeace sulla piattaforma Agostino B dell’Eni, di fronte alle coste di Marina di Ravenna: in una ventina hanno scalato la trivella, in quel momento deserta, per affiggere gli striscioni a favore del referendum del 17 aprile. Allarmati da un cittadino, si sono presentati sul posto Capitaneria di Porto e Polizia, assieme ai lavoratori della piattaforma: multati i manifestanti (in virtù del divieto di navigazione imposto alle imbarcazioni da diporto nel raggio di 500 metri dalla trivella) e la tensione non è mancata. Intanto, Greenpeace annuncia: esposto in Procura contro tutte le piattaforme «inquinanti». Tra queste, secondo i dati raccolti dall’associazione, anche la Agostino B e altre di fronte alle coste ravennati. Immediata la risposta di Eni: «Nessuna criticità per l'ecosistema marino: l’inquinamento deriva da scarichi industriali e traffico navale».

Hanno raggiunto il grattacielo del mare alto 50 metri in gommone, ieri mattina, i 20 attivisti di Greenpeace: si sono arrampicati sugli otto piloni che lo sostengono e lo hanno occupato, anche se per poco. Hanno affisso due enormi striscioni da 250 metri quadri – “Stop trivelle” e “il 17 aprile vota sì” – e poi si sono fotografati con indosso gli altri slogan: “Il futuro è rinnovabile”, “Rottamiamo le trivelle”. Un blitz in solitaria, ma verso alla fine dell’azione, sono arrivati sul posto Capitaneria di Porto e Polizia oltre che alcuni dipendenti della piattaforma. E lì, i momenti di tensione non sono mancati: contatti fisici non ci sono stati, ma urla e rabbia sono volate, in mare aperto. In virtù dell’ordinanza della Capitaneria che vieta la navigazione alle imbarcazioni da diporto a ridosso delle piattaforme (nel raggio di 500 metri), per gli attivisti di Greenpeace scatterà anche la multa, dai 200 ai mille euro.

Ma loro vanno avanti e tirano dritto, diretti in Procura dove hanno annunciato di aver presentato un maxi esposto contro 34 piattaforme Eni attorno alle quali, secondo l’analisi dei dati ottenuti da Greenpeace, «nell’area marina sono presenti inquinanti in concentrazioni che spesso eccedono i valori limiti previsti dalle norme». Tra queste, anche la stessa Agostino B: «Secondo i dati Eni forniti dal Ministero dell’Ambiente - riporta Greenpeace - è una delle più inquinanti tra quelle monitorate. Le concentrazioni di metalli pesanti e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) registrate nei sedimenti che la circondato hanno superato i valori degli standard di qualità ambientale per ben 11 inquinanti nel 2011 e per 12 inquinanti sia nel 2012 che nel 2013». «I limiti presi a riferimento da Greenpeace - ribatte Eni - riguarda le acque marine costiere all’interno della linea immaginaria distante 1 miglio nautico dalla linea di costa, mentre tutte le 34 piattaforme, oggetto dell’analisi, sono ubicate ad una distanza dalla costa compresa tra 6 e 33 miglia. Gli studi evidenziano che l’inquinamento deriva da scarichi civili e industriali e dal traffico navale, che riversa in mare circa 150mila tonnellate l’anno di idrocarburi. Insignificante l’apporto dell’attività petrolifera».(p.c.)

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