Spadoni: «Dopo questa mostra lascio il Mar»

Rimini

RAVENNA. Arriverà a giugno. Si assicurerà che le opere prestate al museo per la mostra vengano rimesse nelle casse e spedite e poi saluterà il Mar dopo anni di servizio, prima come direttore poi come consulente per l’organizzazione delle mostre temporanee. «Il mio contratto con la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna scadrà in quei giorni. E’ uno scenario ipotizzabile». Claudio Spadoni lascia. E le lancette che girano per questo conto alla rovescia sono taglienti. «C’è un aspetto che mi fa pensare come mi sarebbe difficile mantenere un coinvolgimento in queste condizioni. Curo mostre che vengono viste in diretto confronto con quelle di Forlì e Ferrara e c’è a chi piace fare polemiche sui numeri».

Pile di biglietti strappati nelle altre città, un po’ meno a Ravenna. E’ per questo che qualcuno si lamenta?

«Le mostre che ho visto nella mia vita me le ricordo per il contributo culturale che hanno dato non perché fossero deserte o affollate. E poi, se vogliamo ragionare davvero, non si può dare solo il numero dei visitatori senza dare anche quello dei soldi investiti».

Prendiamo quella in corso: “La seduzione dell’antico”. Costerà 540mila (con la Fondazione come sponsor) e, come sostiene l’assessore alla cultura Oudad Bakkali, sono previsti ricavi per 240mila.

«Ecco, io mi sono confrontato con città che normalmente possono investire quattro volte tanto o anche cinque rispetto a noi. E si pretendono gli stessi risultati... Ferrara con quei fondi fa anche mostre quantitativamente minori rispetto a noi, con 80 o 90 opere e non 130 come al Mar».

Scusi, meno opere equivale a meno costi. E con il resto del denaro che ci fanno?

«La pubblicità. Guardi le mostre più visitate sono sempre quelle meglio promosse. A Forlì la campagna pubblicitaria inizia almeno 6 o 7 mesi prima. Hanno spot in tv sulle reti nazionali, sui quotidiani e sulle riviste di settore, persino sul periodico che distribuiscono nei Freccia Rossa. Per noi è una cosa impensabile. Peraltro sono anni che organizziamo le mostre senza il contributo del Comune che è stato costretto a tagliare».

E i privati?

«Niente. Peraltro chi critica non ha mai tirato fuori soldi. Io ho sempre trovato porte chiuse a differenza di altre piazze come Forlì o Ferrara dove la partecipazione della città è straordinaria in tutti i sensi. Dall’apporto economico al pubblico. Credo che a Ferrara non ci sia un cittadino che non sia mai andato a vedere una delle mostre organizzate in tanti anni».

Dove lavorerà nei prossimi mesi?

«Da quattro anni sono anche condirettore di Arte e Fiera Bologna per la parte di arte moderna. Continuerò. Abbiamo risorse maggiori e abbiamo avuto un aumento clamoroso di spettatori. Eppure sono lo stesso Spadoni, qui e lì...».

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