Erica: "Lascio il lavoro, voglio solo cucinare"

Rimini

RAVENNA. «Ho abbandonato il mio lavoro e adesso voglio cucinare: studierò per questo. I soldi vinti? Li terrò da parte per quando ne avrò bisogno». Ha le idee chiare Erica, la 30enne fisioterapista di Conventello che l’altra sera ha sbancato Masterchef portando a casa il titolo della quinta edizione dello show cooking più famoso della televisione italiana. Dedica la vittoria alla figlioletta Emma e, con umiltà, dice di non sognare un ristorante, non per ora: «Voglio studiare: ho tantissimo da imparare».

Ieri, per Erica Liverani, è stato il giorno dell’esplosione. Dopo aver per mesi tenuto il segreto sulla sua vittoria - le puntate sono state registrate l’estate scorsa -, e mantenuto i nervi saldi di fronte alle critiche e anche alle indiscrezioni sulla sua vittoria trapelate nei giorni scorsi, ieri a fatica è riuscita a godersi la vittoria, sballottata com’era tra la conferenza stampa del mattino a Milano al fianco degli chef giudice del talent - Cracco, Barbieri, Bastianich e Cannavacciuolo - e le molteplici interviste del pomeriggio. Lei mantiene il sorriso, "incastonato" sul suo volto dalla sera prima quando ha seguito la finalissima al centro sociale Baronio assieme al sindaco Matteucci, fan, amici e genitori, e parla del futuro quasi ancora incredula. Fisioterapista per passione ma con la cucina nel cuore, la mamma single di Conventello ora vuole dedicarsi a quello che più ama.

«La mia vita da quando ho vinto MasterChef è già cambiata - ha detto in conferenza stampa -, ho capito che voglio cucinare e non voglio più fare la fisioterapista, mestiere che mi ha appagato in passato ma al momento non mi dà più emozioni. Voglio studiare e ricominciare da zero, altrimenti sarebbe un insulto agli chef veri. I soldi che ho guadagnato con la mia vittoria li metto via e li userò quando ne avrò bisogno, in questo sono una formichina». Ma è ancora presto per aprire un ristorante, come hanno fatto alcuni vincitori delle edizioni precedenti. «Aprire un agriturismo - dice - non è una partenza, è un arrivo. Devo ancora studiare molto».

Impegnativo, ha detto, confrontarsi con tre chef del calibro di Carlo Cracco, Antonino Cannavacciuolo, Bruno Barbieri e con il re della ristorazione Joe Bastianich. «Stando con loro - ha detto Erica - mi sono accorta che non so quasi niente. Essere messi davanti ai propri limiti è uno degli insegnamenti più grandi, perché così sei più stimolato a migliorare». Il momento migliore? «Quando mi è stato consegnato il grembiule: è stato il primo momento dopo tanto tempo che mi sono sentita di valere qualcosa».

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