Rugbista morto, aperta un'inchiesta

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RAVENNA. «John era un ragazzo d’oro, sereno e disponibile. Da quando era diventato papà non era più andato a giocare: voleva stare solo con suo figlio. Poi, il ritorno in campo dopo 3 anni e la disgrazia. Noi siamo sconvolti». E’ sotto choc l’intera comunità di Fiumazzo, alle porte di Alfonsine, per la morte di Jonathan Glyn Jones, il 44enne finito in coma sul campo da rugby e deceduto dopo tre giorni di agonia in seguito al grave trauma cranico patito durante un’azione di gioco.

Ora sulla sua morte indaga anche la Procura che ha aperto un fascicolo conoscitivo. L’obiettivo iniziale è accertare con esattezza cosa abbia causato la morte del 44enne. Per questo oggi alle 12 verrà effettuata l’autopsia. L’incarico è stato conferito all’anatomopatologa Donatella Fedeli.

Intanto da ieri mattina, a casa dei suoceri di John, è un via vai di vicini e amici: i genitori della moglie e la vedova si sono chiusi nel loro dolore, ma la comunità è rimasta attonita e la voglia di ricordarlo è forte. «John - raccontano - era ingegnere dei gasdotti. Lavorava sulle piattaforme e era appena tornato da un lungo viaggio all’estero». Era tanto attaccato alla moglie e al figlioletto di appena due anni, che da tempo aveva smesso di giocare con i Passatelli, proprio da quando era nato il piccolo di casa. Aveva preferito il figlio alla passione della vita, e quello di giovedì sera era il suo primo allenamento dopo tre anni. La tragicità del fato.

Quello che è accaduto giovedì sera, durante quel drammatico allenamento, è ancora difficile ricostruirlo. Secondo i testimoni, il 44enne era da poco entrato in campo: è finito a terra dopo una delle prime azioni di gioco, dopo aver patito un colpo. Il contrasto, hanno ricostruito i compagni di squadra, non sembrava tanto forte da causare il peggio, eppure Jonathan si è subito trattenuto la testa tra le mani, ha lamentato dolore al capo e si è accasciato a terra poco dopo il contrasto con gli altri giocatori. E da allora non si è più ripreso. Prima ricoverato d’urgenza al Santa Maria delle Croci, lì i medici gli hanno diagnosticato il grave trauma cranico e lo hanno trasferito al “Bufalini”: è lì che gli specialisti del trauma center hanno accertato le condizioni disperate del 44enne. Il suo quadro clinico è poi peggiorato tra il venerdì e sabato, e la morte cerebrale è stata dichiarata poco dopo, prima di avviare le procedure per l’espianto degli organi. La data del funerale è ancora da decidere. (p.c.)

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