Muore a 44 anni dopo tre giorni di agonia

Rimini

RAVENNA. Non ce l’ha fatta. E’ morto dopo tre giorni di agonia il rugbista 44enne che giovedì sera, mentre si stava allenando con i Passatelli sul campo dell’ippodromo, si è accasciato al suolo dopo uno scontro, forse vittima di un malore. James Jonas Jonathan Clyn, di origini gallesi ma da tempo residente ad Alfonsine assieme alla moglie, è deceduto nel tardi pomeriggio di ieri al “Bufalini” di Cesena dove era stato trasferito d’urgenza poche ore dopo l’incidente sul campo. Lascia un bimbo di appena due anni. Attoniti e sotto choc i compagni di squadra che si sono stretti nel silenzio attorno alla giovane moglie.

Un malore e la caduta o forse un colpo durante una normale azione di gioco: non è ancora chiaro cosa sia stato a ridurre James Jonas in fin di vita. Fatto sta che le sue condizioni sono apparse disperate da subito. Il 44enne gallese era tornato ad allenarsi con la squadra “old” del rugby ravennate proprio giovedì sera per la prima volta dopo ben tre anni: non sarebbe stato coinvolto in nessuna azione di gioco violenta, avevano ricostruito i testimoni, eppure l’uomo si era accasciato a terra per un attimo, salvo poi rialzarsi e uscire dal campo sulle sue gambe. Solo una volta sulla panchina, ha cominciato ad avvertire i malesseri che di lì a poco lo avrebbero ridotto in coma. Sul campo, James ha perso conoscenza per non riprenderla mai più: è stato prima soccorso al Santa Maria delle Croci a Ravenna dove gli era stato diagnosticato il trauma cranico, salvo poi essere trasferito d’urgenza al Bufalini. Lì, i medici lo hanno prima sottoposto a un intervento per ridurgli l’ematoma cerebrale e poi lo hanno tenuto sotto stretta osservazione in Rianimazione ma che le sue condizioni fossero ormai disperate era chiaro. Ieri mattina, i medici hanno dovuto constatare l’irreversibilità della sua situazione clinica e fatto partire gli accertamenti per la morte cerebrale, terminati solo ieri sera quando è stato registrato il decesso. James lavorava sulle piattaforme di fronte a Ravenna e tornava a casa, a Fiumazzo di Alfonsine, appena poteva: lì viveva con la moglie e con il figlioletto di appena due anni. Unica grande passione: il rugby. Per lui, i compagni dei Passatelli erano più di semplici amici. E il ritorno tanto agognato dopo gli anni di stop lo aspettava da tempo. Giovedì doveva essere una gran festa, e si è chiusa in tragedia. (p.c.)

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