«Casa di riposo dentro l'hotel»

Rimini

RAVENNA. Nuova richiesta di sequestro nei confronti di una struttura per anziani gestita dalla Fondazione San Rocco di Don Ugo. Questa volta la procura vorrebbe mettere i sigilli alla Casa Betania di viale Italia, a Marina Romea. Ma a differenza del provvedimento emesso nei confronti dell’Hotel Mare Pineta di Marina di Ravenna nel novembre del 2015, nella struttura di viale Italia sono tuttora ospitati diversi anziani che in quel caso dovrebbero essere evidentemente trasferiti altrove. Il gip Janos Barlotti non ha firmato il provvedimento che gli era stato chiesto, ma la procura si è già rivolta al tribunale delle Libertà e una decisione è attesa nei prossimi giorni dopo l’udienza che si terrà martedì mattina. La misura chiesta dal sostituto procuratore Angela Scorza nasce da una costola dell’inchiesta avviata nel marzo del 2015 dopo la morte di un 91enne avvenuta all’interno della struttura di Marina di Ravenna. Il corpo senza vita dell’anziano venne trovato in un giardino interno. Era stato un suicidio o una tragica fatalità? E in ogni caso, perché nessuno era riuscito a fermarlo prima che cadesse nel vuoto? Quell’indagine aveva portato all’iscrizione nel registro degli indagati di due persone: il legale rappresentante della società che gestiva la struttura per anziani e il legale rappresentante della Fondazione San Rocco - don Ugo Salvatori appunto - formalmente proprietaria del MarePineta. Gli accertamenti avevano anche evidenziato - secondo l’accusa - alcune violazioni sulle normative per la gestione delle case di riposo in termini di sicurezza. E così, nel novembre successivo, i Nas misero i sigilli alla struttura che era però già chiusa dal 15 settembre e di cui in quei giorni si stava parlando come possibile destinazione temporanea per alcuni immigrati. Successivamente il sequestro venne però annullato dopo il ricorso dei difensori di don Ugo - gli avvocati Giovanni Scudellari e Antonio Primiani - e le parti sono ancora in attesa di una decisione della Cassazione. Nel frattempo, però, l’indagine del pm Scorza non si è certo fermata: e gli inquirenti hanno analizzato la situazione anche di altre realtà della Fondazione San Rocco, tra cui appunto la Betania. Una struttura divisa in due reparti: una casa protetta e un albergo. Ma secondo gli inquirenti quest’ultimo reparto sarebbe di fatto adibito a casa di riposo, accogliendo diversi anziani. E così sarebbe venuta a crearsi una situazione irregolare, perché mancherebbero i dovuti permessi previsti da un “Regio decreto” del 1934.

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