In mille per l'addio al re degli albergatori

Rimini

CERVIA. Lacrime e dolore al funerale di Antonio Batani in una chiesa di Pinarella stracolma. La gente, circa un migliaio di persone, ammassata pure nel piazzale della parrocchia, era ancora incredula giovedì pomeriggio quando si è ritrovata lì per l’ultimo saluto. Eppure, il re degli albergatori ed insieme la persona più umile e disponibile, era dentro a quella bara. Anche nei volti dei rappresentanti delle istituzioni, seduti in prima fila, si leggeva una grande sofferenza per quella inattesa scomparsa. Il sindaco di San Piero in Bagno Marco Baccini ha ricordato, con la sua presenza, le origini di “Tonino”; partito proprio da quelle colline a cercare fortuna in Svizzera. Ad Acquapartita ha poi realizzato un albergo a 4 stelle, il Miramonti, vera e propria testimonianza del suo passato. Ma c’era anche il sindaco di Cesenatico Roberto Buda, nella cui città Batani ha riconvertito una vecchia colonia ad avveniristica struttura ricettiva. Il lussuoso 5 stelle hotel Da Vinci, rappresenta ora la immagine turistica dei cesenaticensi. E poi, naturalmente, il sindaco Luca Coffari con la sua giunta. Con loro anche l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini.

Terminata la funzione, officiata da Don Ugo Berti, quando la bara coperta di fiori è stata introdotta nel carro funebre, il pubblico ha applaudito a lungo quella persona gentile e sempre sorridente che ora non c’è più. La figlia Paola non ha trattenuto le lacrime, abbracciando gli amici in un gesto quasi liberatorio, dopo tutto il dolore maturato in questi giorni. Il figlio Gianni ha salutato con affetto le tante persone che gli si facevano incontro, proprio come avrebbe fatto Tonino. Insieme a Cristina, i tre fratelli hanno ora sulle spalle il peso di questo impero della ospitalità, che conta mille dipendenti e 12 alberghi. Ma è opinione diffusa che ce la possano fare, in virtù della grande armonia che regna fra loro. E qui si nota l’insegnamento del padre, oltre che della madre Luciana; proprio nella chiesa di Pinarella si erano sposati nel lontano 1967, iniziando con una pensioncina a realizzare il sogno della loro vita, fare gli albergatori. Tonino ha poi trasformato l’Universal nella punta di diamante degli alberghi cervesi, andandoci pure ad abitare tanto gli piaceva, ma la tentazione era sempre quella di spingersi al di la del canale. E così, prima con il Gallia e poi con l’Aurelia, è sbarcato anche a Milano Marittima. E quando ha inaugurato il Palace, ospitandovi tanti personaggi da Tonino Guerra agli emirati arabi, sembrava essere salito in cima al mondo. Lui però non si accontentava mai, e così dopo una notte di trattative estenuanti, ha comprato per 65 milioni il Grand hotel di Rimini.

Tanti, giovedì, si lasciavano trasportare dai ricordi, avendo vissuto tutte queste tappe. Ma il sindaco Coffari ha poi guardato avanti, strappando con un annuncio un altro applauso. «Tonino fu il primo a credere nella riqualificazione della fascia retrostante i bagni - ha detto -, finanziandone il primo stralcio. Noi continueremo quell’opera, intitolandola a lui, affinché uno dei luoghi più suggestivi della costa porti il suo nome».

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