Precipita dal balcone, muore ex poliziotto

Rimini

RAVENNA. E’ caduto dal balcone della sua abitazione, forse a causa di un malore improvviso o forse dopo aver perso l’equilibrio per cause accidentali. Sarà l’autopsia a stabilire le cause della morte di Giancarlo Farinacci, 69enne ex poliziotto ravennate molto noto in città.

Il suo corpo senza vita è stato trovato nel cortile interno della sua abitazione del centro storico di Ravenna in via Pietro Alighieri al civico 47 verso le 18.30 di ieri. A dare l’allarme è stato un giovane condomino che aveva appena finito di mettere la propria bicicletta nella rastrelliera comune. Farinacci, che abitava al secondo piano dell’edificio, è stato ritrovato con un paio di pinze in mano. In un primo momento - come ha confermato al Corriere un vicino di casa - si è pensato che con quelle pinze stesse svolgendo dei piccoli lavori sul suo balcone. Balcone dal quale è poi presumibilmente precipitato con conseguenze tragiche. Il personale medico del 118 arrivato sul posto non ha potuto fare altro che constatare il decesso.

Le indagini sono ora seguite di carabinieri della stazione di via Alberoni. Farinacci lascia una moglie, dalla quale si era recentemente separato, e il figlio Alessio, noto commerciante nel settore del surf e del ciclismo. A piangerlo ci sarà però anche il suo inseparabile cane. Il volto di Farinacci, capelli bianchi e baffi, era notissimo in città dove si vedeva spesso in compagnia proprio del suo cane da caccia.

Ma la sua vita da ex poliziotto sempre in prima linea basterebbe per scrivere un romanzo. Amava farsi chiamare “sbirro” e il suo nome era legato a un fatto di cronaca importantissimo per la storia non solo di Ravenna, ma dell’intero Paese. Un episodio avvenuto durante il congresso nazionale della Federazione dei Giovani Comunisti che si tenne nel 1976 a Ravenna. Il 29 luglio di quell’anno, insieme a un giovanissimo collega, Farinacci viene infatti accerchiato minacciosamente da un gruppo di giovani dentro il quale si sono forse infiltrati alcuni “autonomi”. Farinacci - nella piazza dell’ippodromo - sentendosi minacciato spara: due persone restano ferite. Si tratta di un 35enne di Nuoro e un 17enne romano, colpiti a una gamba e al ventre. L’episodio darà il via a una serie di scontri in strada con le forze dell’ordine e alla devastazione di molti negozi in centro da parte dei primi “Indiani Metropolitani” arrivati da Bologna.

Qualche anno più tardi il suo nome è legato ad alcune inchieste anti droga, quando si trova a operare soprattutto al porto. Uscirà a testa alta anche da un’inchiesta che lo vedrà coinvolto. Più tardi sarà tra i fondatori del sindacato di polizia Siulp che continuerà a seguire anche in pensione. Tra le sue grandi passioni c’era però anche la caccia.

«Aveva vissuto una vita intensa - commenta commosso padre Gino Troetto, della vicina parrocchia di San Giovanni della Cipolla - ultimamente avevamo legato sempre di più. All’apparenza sembrava un po’ eccentrico, ma era una brava persona». A una barista del centro proprio ieri aveva confidato: «Ultimamente mi capita di perdere i sensi un po’ troppo spesso». Pochi giorni fa con gli amici aveva festeggiato il suo 69esimo compleanno.

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