Cmc, fatturati in crescita fino al 2016

Rimini

RAVENNA. Un miliardo e 200mila euro di fatturato annuo nei prossimi tre anni: è la previsione della Cmc, il cui volume di affari continua ad essere trascinato dalle attività all’estero. Il budget per il 2014 e il Piano 2014-2016 sono stati approvati ieri dall’assemblea dei soci della Cooperativa muratori e cementisti di Ravenna. I ricavi, così come il portafoglio ordini di quasi 3 miliardi di euro, si realizzano per quasi il 60% all’estero: Africa Australe, Estremo Oriente, Algeria, Cina, Bulgaria, Cile, India, Nepal, Libia e Usa.

Già il 2013 si è chiuso in crescita per il colosso delle costruzioni, con un fatturato di circa 1 miliardo di euro. Il risultato economico ante imposte arriva nel 2013 a circa 20 milioni (allineato a quello dell’esercizio precedente) per assestarsi nel prossimo triennio attorno ai 18 milioni circa. La posizione finanziaria netta, pari a 1,3 volte il patrimonio netto, in progressiva riduzione nell’arco del Piano, è da considerarsi positiva sia in termini assoluti che in confronto alle imprese leader del settore.

«Dal 2008 ad oggi - commenta l’amministratore delegato, Dario Foschini - il mercato italiano delle costruzioni si è ridotto del 40% circa con pesanti riflessi su imprese e occupazione. Grazie al rilevante portafoglio ordini e all’efficienza nelle costruzioni di grandi opere infrastrutturali, siamo riusciti a concludere anche il 2013 con volumi in crescita, un risultato economico soddisfacente e stabilità occupazionale. In questi anni, abbiamo contrastato la crisi con l’ingresso in Italia nelle concessioni autostradali ed espandendo le nostre attività all’estero, anche entrando in nuovi mercati: dopo l’ingresso in Usa, saremo presenti anche in Cile e in India dove parteciperemo alla realizzazione di impianti idroelettrici.

A fine 2013 il personale complessivamente occupato nel gruppo Cmc, in Italia e all’estero, era di 7.187; i soci cooperatori erano 410.

«Il settore delle costruzioni - afferma il presidente Massimo Matteucci - affronta una condizione che alcuni non esitano a definire “post-bellica”. Per questo occorre attivare un percorso di “ricostruzione” per superare una condizione di crisi che negli ultimi anni ha profondamente cambiato tutti gli attori del settore: imprese, committenti, comunità finanziarie. Nonostante questo quadro difficile, la nostra cooperativa continua a dimostrare una buona solidità e capacità di mantenersi nella fascia alta delle imprese di costruzioni, sia in Italia che all’estero, grazie alla propria capacità di innovazione tecnologica e di presidio territoriale del mercato».

Le conclusioni sono state affidate a Giovanni Monti, presidente di Legacoop Emilia. Romagna.

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