Incendio devasta un centro studentesco

Rimini

di CARMELO DOMINI

RAVENNA. Un incendio divampato alle 3,30 di ieri notte ha distrutto la sede del Collettivo Autonomo studentesco di via Eraclea 33. Sulle cause del rogo sono ancora in corso accertamenti sia da parte dei vigili del fuoco che dei carabinieri, che hanno informato del caso il pm di turno Isabella Cavallari. Il locale, che si trova al piano terra di una palazzina Acer di 5 piani, è stato sottoposto a sequestro.

Le fiamme, partite da un divano, hanno coinvolto le tre stanze e il bagno dell’associazione, che da circa tre anni è ospitata nello stabile. Annerito anche il balcone dell’appartamento al primo piano, che però ha ottenuto l’agibilità dai vigili del fuoco. Proprio l’intervento immediato dei pompieri ha evitato il peggio; non solo per la presenza di tante auto parcheggiate proprio di fronte alla sede incendiata, ma anche perché a pochi metri di distanza dai locali andati in fiamme ci sono la caldaia centralizzata e le condutture del metano. A dare l’allarme è stata un’anziana che abita nei piani superiori. «Ho sentito prima l’odore di bruciato, poi ho visto il fumo nero arrivare in casa. Tremo ancora per la paura - racconta nel sottoscala dell’abitazione - la fuliggine ha annerito il mio bagno anche se sono qualche piano più su». In pochi istanti l’area è stata illuminata a giorno dai pompieri che hanno infranto la vetrata anteriore della sede e “forato” quella posteriore per far fuoriuscire il fumo.

Una volta domato l’incendio, la Scientifica dei carabinieri ha cercato di ricostruire l’esatta dinamica dell’incendio, prelevando anche dei campioni per gli esami di laboratorio. Al momento non si esclude nessuna pista, anche se non ci sono elementi evidenti che possano far pensare a un’azione dolosa e tanto meno a un attentato con matrice politica.

Non sono state ritrovate bottiglie rotte o taniche e nei locali non c’era odore di liquido infiammabile. Le vetrate, come detto, sono state infrante solo dai pompieri e la porta non aveva segni di effrazione. Il fuoco con ogni probabilità sembra essersi sprigionato dal divano, un modello foderato con gomma piuma e materiale altamente infiammabile.

Non sembra aver trovato conferme la testimonianza di una donna residente nel palazzo che - anche al Corriere - ha dichiarato di aver visto tre o quattro ragazzi incappucciati correre via dal locale dopo «essersi svegliata a causa di un rumore strano». «E’ una voce che hanno riferito anche a noi - dichiarano i ragazzi del centro arrivati di prima mattina in via Eraclea - ma non sappiamo se sia vero o meno. In passato abbiamo avuto piccoli screzi con i vicini ma ormai ci eravamo chiariti. Sospetti? Beh qualche attivista di altre associazioni in passato aveva lasciato scritte o adesivi. Ma non abbiamo altri elementi per accuse concrete». Nel pomeriggio un loro comunicato dai toni un po più anni Settanta che parla invece apertamente di «infame attentato incendiario».

Ci va più cauto il sindaco, arrivato sul posto insieme all’assessore Valentina Morigi: «Ogni considerazione è ancora prematura, siamo in contatto con gli studenti per trovare soluzioni che consentano di non disperdere questa esperienza».

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