«Filmava le passanti con una microcamera sulle scarpe»

Rimini

FAENZA. A processo per detenzione di materiale pedopornografico, è indagato anche per aver filmato a loro insaputa commesse e passanti, indugiando sui loro indumenti, anche intimi. Stando all’accusa l’uomo, un 50enne faentino assistito dall’avvocato Maria Gandolfo, avrebbe ripreso le donne al lavoro o al passeggio al centro commerciale “Le cicogne” sfruttando una microcamera piazzata sulla punta delle scarpe per effettuare riprese anche sotto le gonne. Una trentina i video ritrovati dagli uomini della polizia postale di Bologna, che hanno scoperto per caso quell’archivio segreto in una cartella all’interno del materiale informatico sequestrato in occasione dell’analisi del computer e dei supporti elettronici sequestrati nell’ottobre del 2011 su delega della procura di Potenza.

Gli agenti non trovarono il file incriminato che cercavano nell’ambito dell’inchiesta lucana, ma attraverso l’analisi dell’hard disk e dei cd e dvd presenti nell’abitazione sono emersi un paio di video con immagini di ragazzine «sicuramente minorenni», come riferito ieri in aula dall’investigatore che ha effettuato l’accertamento, oltre appunto ai fotogrammi di ignare passanti, tutte comunque maggiorenni, «realizzati a Faenza». Mentre per i video a contenuto pedopornografico l’uomo è a processo davanti al giudice Beatrice Bernabei e al sostituto procuratore Marilù Gattelli (la prossima udienza è stata fissata prima di Natale per il conferimento d’incarico ad un perito), per gli altri filmati - che sarebbero stati realizzati sul posto di lavoro dell’indagato e al centro commerciale faentino - l’inchiesta per interferenze illecite nella vita privata è ancora aperta. In occasione della perquisizione del 2011, inoltre, in casa del 50enne venne ritrovato anche un fucile privo di matricola e con il calcio segato. Aspetto per il quale l’imputato (che ha riferito di aver acquistato quell’arma, di interesse storico, a un mercatino dell’antiquariato) è già stato condannato in primo grado ed è in attesa dell’appello. (gi.ro.)

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