Il treno "aggancia" la sua bici e la uccide

Rimini

RAVENNA. Stava pedalando sulla ciclabile quando, vedendo le sbarre abbassate e il segnale rosso acceso, è scesa dalla bici fermandosi al passaggio a livello. Lo ha fatto però sporgendosi qualche centimetro troppo in avanti: quando il convoglio in arrivo in stazione è transitato, deve aver agganciato in qualche modo il velocipede, sbalzando la donna sulla massicciata. Una disattenzione fatale costata la vita a Xu Jianping, 45enne di origini cinesi, deceduta nella tarda mattinata di ieri in via Canale Molinetto.

In un primo momento era stata presa in considerazione l’ipotesi che la donna fosse stata urtata dal respingente del treno nel tentativo di attraversare la strada; qualcuno aveva anche immaginato che non si fosse accorta del sopraggiungere del convoglio perché impegnata in una telefonata o per via delle cuffie nelle orecchie (oggetto peraltro non trovato sul posto), ma la ricostruzione operata dagli agenti della Polizia ferroviaria, coadiuvati nei rilievi dai colleghi della Polstrada, avrebbe poi fatto emergere una realtà diversa. Per accertare l’esatta dinamica dell’accaduto nelle prossime ore saranno sentiti anche alcuni testimoni, tra i quali il macchinista stesso e un ferroviere libero dal servizio che avrebbe assistito alla scena.

Stando a quanto ricostruito finora la 45enne - cameriera nel ristorante cinese “Il Mandarino” che si trova a poche decine di metri dal luogo della tragedia, dalla parte opposta dei binari -, era stata a fare a spesa. Era il suo giorno libero e stava facendo ritorno con le sporte verso casa, attigua al locale. In quel momento stava sopraggiungendo il regionale 11538 partito da Rimini alle 12.30 e atteso a Ravenna alle 13.25. A destinazione però il convoglio è arrivato solo due ore più tardi; mentre si accingeva a transitare in via Canale Molinetto il treno - che in quel tratto viaggia ad una velocità di 60-70 km/h - ha infatti colpito la donna ferma nella pista ciclabile che, a differenza della strada, non ha barriere di protezione se non due archi di metallo sfalsati per costringere ciclisti e pedoni a rallentare in prossimità del passaggio a livello. I ripetuti fischi col segnale sonoro lanciati dal macchinista e il disperato tentativo di frenata azionando la “rapida” non sono bastati ad evitare la tragedia. Verosimilmente la signora si era fermata troppo a ridosso dei binari e quando il convoglio è passato è stata in qualche modo trascinata. Un impatto che non le ha lasciato scampo: nonostante dai parametri vitali la 45enne fosse ancora viva all’arrivo dei soccorritori, le sue condizioni erano disperate e pochi istanti dopo è deceduta.

I circa trenta passeggeri del regionale sono stati fatti scendere da polizia e carabinieri e hanno raggiunto a piedi la stazione, distante poche centinaia di metri, mentre la circolazione ferroviaria è rimasta bloccata per ore; solo alle 15.52, dopo il recupero della salma e la rimozione del convoglio, è stato possibile riattivare la linea.

In quello stesso passaggio a livello (dove nel 2012 perse la vita un 22enne in auto che aveva cercato di aggirare le sbarre contromano, mentre nel febbraio 2005 un pensionato venne travolto da un palo della luce abbattuto dal gancio di un carro-attrezzi morendo due giorni dopo), nel marzo del 2007 - in un incidente analogo come dinamica a quello di ieri - un 16enne riuscì invece a salvarsi miracolosamente. Il ragazzo attraversò i binari in bicicletta mentre stava arrivando il treno. Sarebbe morto se non fosse stato per le disperate segnalazioni di un dipendente dell’Atm; il giovane riuscì a mettersi in salvo facendo un passo indietro. Rimase ferito. Ma vivo. (gi.ro.)

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