«Quella volta che per BBKing dovetti cambiare nome al locale»

Rimini

RAVENNA. Per “colpa” di BBKing, l’imprenditore della notte Zangaglia dovette cambiare nome al suo locale, ma oggi è comunque listato a lutto, dopo aver saputo della scomparsa del Re del blues. «Scegliemmo quel nome al nostro locale anche in omaggio proprio al grande chitarrista. E poi, via: era musicale. Musicale in tutti i sensi, ma ci arrivò la lettera da uno studio legale di Milano che ci chiedeva i danni e cambiammo nome - racconta lui -. Quella vicenda, nel bene e nel male, se la ricordano tutti: per noi, fu un’enorme pubblicità. Oggi, abbiamo il lutto al braccio».

Il musicista del Mississipi si è spento nella notte tra giovedì e venerdì nella sua casa di Las Vegas per le conseguenze del diabete che pativa da anni: a settembre avrebbe compiuto 90 anni. Autore di hit internazionali, ha influenzato generazioni di chitarristi, a cominciare da Eric Clapton che proprio ieri gli ha voluto rendere omaggio con un video sulla sua pagina social. Lo ricorda anche Ravenna. Qui, suonò una sola volta: era il luglio del 1993 e il suo palco fu quello del Ravenna Blues Festival al Pala De André. Dormì all’hotel Diana, come ricorda il proprietario e presidente di Assohotel, Filippo Donati. «Arrivò all’Hotel verso sera - racconta su Facebook -. Gli avevamo assegnato una suite grande e ricordo perfettamente che dopo pochi minuti che fu in stanza mi chiamò di sopra da lui per conoscere il manager dell’Hotel, chiacchierammo qualche minuto e mi mostrò Lucille, la sua chitarra. Quella notte io rimasi in Hotel per essere pronto ad ogni evenienza, infatti, alle due di notte, mi chiamò e mi disse che aveva una gran fame ed una gran voglia di un piatto di spaghetti. Bel guaio, alle due di notte. Risolse mia madre che non si fece intimidire, fu svegliata a quell’ora e cucinò ben 5 etti di spaghetti con pomodoro e basilico. Mangiammo insieme, nel cortile interno, chiacchierammo delle sue tourneè, lui faceva battute simpatiche, gli piaceva l’Italia, amava il nostro cibo e il sorriso degli italiani. Altri tempi». Alessandro Zangaglia, fondatore dell’ex BBKing, poi divenuto BBK, il Re del Blues lo conobbe solo sui dischi e grazie a una lettera di un legale. «Era la fine degli anni Novanta - ricorda -: ci chiedevano un risarcimento per aver usato quel nome. Pensammo che fosse perché avevamo un sito, il bbking.it, che potesse occupare un dominio di loro interesse nel caso avessero voluto aprire locali a loro nome anche in Italia. Comunque, patteggiammo: ognuno si pagò le sue spese legali e noi cambiammo nome al locale». (p.c.)

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