Un "grand canyon" sulle colline faentine

Faenza

FAENZA. Terremoti, tsunami, frane, diluvi: la natura non perde occasione in tutto il mondo di dimostrare la sua potenza devastante. E se i luoghi sono abitati ecco le tragedie come in Nepal.

Ma un “assaggio” della potenza che possono assumere certi fenomeni naturali è anche a pochi chilometri da Faenza, ai confini tra i comuni di Modigliana, Brisighella e Faenza stessa, in località Tossino. E’ qui che da qualche settimana, in seguito ai temporali, si è aperto un vero e proprio canyon lungo circa mezzo chilometro e profondo come un edifico di 4 piani. In pratica a causa di una grande frana si è spostato il fronte di una mezza montagna.

«Tutto è successo da un momento all’altro - commentano dall’azienda agricola Fabbri che si trova nelle vicinanze -: il giorno prima non c’era nulla, poi è cambiato radicalmente l’assetto e l’aspetto del territorio. Per fortuna non sono rimaste coinvolte persone o case, anche se nell’immediatezza una famiglia è stata evacuata. Poi i tecnici hanno detto che il movimento è fermo, e qui vicino ci siamo tutti abbastanza tranquillizzati. Certo la situazione è da tenere monitorata».

In pratica è successa una cosa analoga a quanto avvenuto a Casola Valsenio (campo sportivo) solo che qui non vi sono strutture ed è andata bene. Gli effetti però sono diversi, quasi spettacolari se non fosse che fanno riflettere sulla fragilità delle nostre colline.

Come si è sparsa la notizia, soprattutto ad opera degli appassionati di mountain bike, la zona è diventata meta di curiosi e fotografi, nonostante non manchino i pericoli. Infatti il terreno è instabile e potrebbero verificarsi crolli o smottamenti. Ciò che ci si trova davanti ha comunque dell’incredibile. E’ impressionate: le pareti sono perfettamente verticali e sembrano tagliate con un laser o una lama. Si notano i vari strati geologici e sono presenti zone con insoliti colori brillanti.

Nel canyon si sta formando un laghetto che al momento è estremamente melmoso, perciò si rischia di restare intrappolati. Avventurarsi è sconsigliato.

A parere di Gian Paolo Costa, geologo del Centro di educazione ambientale del Comune di Faenza «è apparsa fresca la normale formazione marnoso-arenacea che troviamo stagionata nei “tagli” dei fiumi. Si vede in questa fase il vivo della roccia, difficile da ammirare in natura una cosa simile: con l’esposizione, l’ossidazione e la vegetazione tutto tornerà a sembrare normale come lo sono alcuni tratti dei nostri fiumi in collina. Come rivela il territorio eventi simili sono avvenuti anche in passato».

 

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