L'assicurazione del "pirata" non paga. Nuovo dramma per la famiglia di Gionatan

Rimini

RAVENNA. L’assicurazione del “pirata” non ha soldi e la famiglia del piccolo Gionatan, travolto, ucciso e abbandonato sulla strada a nemmeno a tre anni, resta senza risarcimento. Ora la famiglia è pronta ad andare in tribunale: presenterà una maxi causa civile per chiedere l’intervento dell’Uci, l’ufficio centrale italiano, quello delle assicurazioni chiamato a intervenire quando la compagnia straniera non risponde agli appelli. Intanto Fabiola continua la “sua” battaglia, quella per l’introduzione del reato di omicidio stradale: «Io sono stata lasciata sola, ma ora vado avanti: per me, è la battaglia della vita. Gionatan non me lo ridarà più nessuno, combatto per le vittime che verranno».

Omicidio stradale. E’ passato un mese da quando la giovane Fabiola Solito, mamma del piccolo Gionatan Lasorsa, ucciso dall’auto pirata di Krasimir Dimitrov, mentre stava attraversando la strada sotto casa a Ponte Nuovo, è scesa in piazza per chiedere a gran voce l’introduzione del reato di omicidio stradale. Ieri ci è tornata: rispetto alla prima volta, c’era qualche persona in più ma non abbastanza da far “rumore”. «Fa nulla, continueremo: Gionatan non ce lo ridarà più nessuno, ma lo facciamo per i figli degli altri», ripetono le tre donne di casa Solito: Fabiola, la sorella Monica e mamma Concetta che, dopo aver perso il nipotino sulla strada, ha perso anche un figlio, lo zio di Gionatan, Giuseppe, morto in un incidente stradale pochi mesi dopo la tragedia di Ponte Nuovo.

Lo “schiaffo”. Ma la giustizia, per mamma Fabiola, deve essersi inceppata: dopo che Dimitrov ha patteggiato una pena a 2 anni, 9 mesi e 10 giorni («Pena non degna», disse lei), casa Lasorsa aspetta ancora il risarcimento. Il 37enne era assicurato al tempo con una compagnia bulgara che aveva come referente in Italia un’altra compagnia. «Dopo estenuanti ricerche, tra lettere e raccomandate, sono riuscita a parlare con una funzionaria. Ho capito che l’assicurazione straniera che vende polizze a due soldi, in caso di disgrazie poi non ha portafogli sufficienti e così niente risarcimento - sintetizza l’avvocato della famiglia Lasorsa, Manuela Mengucci -. Ora sto raccogliendo gli ultimi documenti e definendo l’atto di citazione. Nella nostra richiesta, nessun tipo di danno sarà escluso, a cominciare da quello morale, e per tutti gli eredi, dai genitori al fratellino, dai nonni agli zii».

La solidarietà. «Vogliamo giustizia - ripetono dalla piazza nonna Concetta e mamma Fabiola -, nessuno ci ha mai chiesto scusa». Ieri, in piazza, erano una ventina: oltre ad amici e famigliari del piccolo Gionatan, anche i passanti che hanno riconosciuto il volto del bimbo sullo striscione tenuto teso per due ore dalle mani stanche di Concetta e Fabiola. Tra loro, anche la nonna del piccolo Diego Baldini, travolto nel 2005 a nove anni mentre tornava a casa da scuola. «La nostra storia fu diversa - mette subito le mani avanti -, ma a guardare il volto di Gionatan la tragedia riaffiora. Sono qui a dare il mio sostegno perché non si può uccidere e scappare. Le disgrazie possono capitare, come è accaduto a noi, ma la fuga quella no. E’ giusto pagare». A dare l’appoggio dell’Amministrazione e del sindaco Matteucci, si è presentata in piazza anche l’assessore Martina Monti. Intanto, a Ponte Nuovo, c’è chi vorrebbe tornare a chiedere di spostare i parcheggi sulla Romea Sud dall’altra parte della strada.

 

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