Picchiato al parco per una risata

Rimini

RAVENNA. Una risatina, nulla di più, che però deve essere stata presa per una provocazione. Sarebbe bastato questo a scatenare la furia di un 15enne su un ragazzino di appena 11 anni, preso a pugni e calci in pancia sotto gli occhi dei coetanei inermi in un parco cittadino. Così i compagni di giochi hanno raccontato alla madre del bambino pestato: lui è finito al pronto soccorso dove i medici, per lividi e paura, gli hanno consigliato un paio di giorni di riposo. Ancora sconvolta la madre: «Ho passato la notte insonne e anche lui ha ancora crisi di pianto».

Tutto è successo domenica pomeriggio. «Mio figlio era uscito coi suoi amici al parco - racconta -: sono un gruppo di sei o sette ragazzini. Noi genitori li “controlliamo” a distanza, eppure... Alle 15, si trovavano su una panchina quando si è avvicinato il 15enne. Mio figlio stava ridendo e immagino che quello più grande debba aver creduto che stesse ridendo di lui perché gli si è avventato contro».

I compagni dell’11enne le hanno raccontato che il più grande l'ha prima inseguito, poi spintonato, poi picchiato, infine ridotto a terra e preso a calci in pancia. Un’escalation di violenza che la madre ora fatica a ricostruire senza emozionarsi. «A quel punto, quando mio figlio era a terra, il 15enne avrebbe tirato fuori una catena minacciando di mettergliela attorno al collo. E' a quel punto - spiega - che sarebbe intervenuto un amico dell'aggressore per fermarlo. Ma si sarebbe rivolto a male parole anche contro le amiche di mio figlio, minacciandole». La vergogna di essere stato “punito” di fronte agli amici ha poi imposto all'11enne il silenzio finché non sono stati i suoi amici a raccontare tutto alla madre. «Io sono andata a riprenderli alle 18 - racconta lei -. I suoi amici mi hanno detto che quel ragazzo più grande li aveva importunati, che erano stati spintonati. Nulla di più. Il 15enne era ancora al parco, quindi mi sono avvicinata arrabbiata e gli ho fatto la ramanzina ma se avessi saputo cosa aveva fatto... Comunque, poi siamo andati via e solo in auto mio figlio e i suoi amici mi hanno raccontato tutto. Ero sconvolta».

La mamma ha subito accompagnato l'11enne all’ospedale. «Aveva lividi addosso, la tuta rotta, ma soprattutto è ancora spaventato, senza poi contare la vergogna. Non so se denunciarlo: non voglio rovinare la vita a nessuno. Ma vorrei parlargli e soprattutto parlare ai suoi genitori. Non sono riuscita a chiudere occhio: tutta questa violenza è normale?».

 

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