Don Desio in tribunale, l'accusa chiede nove anni e risarcimenti per milioni

Rimini

RAVENNA. Per gli atti sessuali in canonica il sostituto procuratore Isabella Cavallari ha chiesto nove anni di reclusione per l’ex parroco di Casalborsetti Giovanni Desio, mentre le varie parti civili hanno avanzato domande di risarcimento che complessivamente sfiorano i due milioni di euro. Richieste giunte nel corso della seconda udienza in abbreviato davanti al gup Antonella Guidomei, sentite in diretta dall’ex sacerdote, sospeso “a divinis”, che ha voluto essere presente in aula, trovandosi a pochi metri da uno dei genitori degli adolescenti abusati. A metà maggio la sentenza.

 

Non ha avuto bisogno di appunti il pubblico ministero, che nel corso dell’appassionata requisitoria “a braccio” ha chiesto la condanna dell’imputato per tutti i reati contestati, ovvero violenza sessuale, atti sessuali con minori, adescamento e sostituzione di persona.

D’altronde non servivano scritti; da titolare delle indagini condotte dalla Squadra mobile, infatti, il sostituto procuratore aveva ben impressi nella mente gli squallidi dettagli della vicenda. Bastavano gli atti dell’inchiesta. E in base a quelli il magistrato è convinto che quella di Giovanni Desio sia stata un’azione “organizzata di selezione delle vittime” andata avanti per anni, periodo nel quale l’ex sacerdote 53enne avrebbe cercato di carpire la fiducia di ragazzini (giungendo a instaurare un fortissimo legale affettivo, sostituendosi anche ai familiari) allo scopo di approfittarne sessualmente.

Da qui la richiesta, nove anni appunto, che tiene conto della sostanziale incensuratezza dell’imputato (l’unico precedente riguarda l’episodio della guida in stato di ebbrezza quando finì con l’auto nel canale, caso che fece poi aprire il vaso di Pandora), delle parziali ammissioni fatte e del risarcimento (100mila euro già versati) alle quattro vittime.

Una somma minima rispetto alle richieste avanzate dalle parti civili, tra cui figurano tre dei quattro minorenni molestati e i genitori: i difensori, gli avvocati Ermanno Cicognani, Giovanni Scudellari, Piera Calandrini e Carlo Cianci, hanno chiesto somme variabili tra i 300mila e i 600mila euro. Nessuna cifra è stata invece chiesta dall’associazione “Dalla parte dei minori” rappresentata dall’avvocato Manuela Liverani, mentre la Curia, a sua volta costituitasi parte civile tramite l’avvocato Federica Zaccarini, si è limitata a chiedere un risarcimento simbolico, 100 euro, per dare un segnale ma al contempo non incidere sulle possibilità per le vittime di essere risarcite.

 

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