Pallavolista muore nel sonno a 30 anni

Rimini

LUGO. Rientrato dall’allenamento, aveva cenato e giocato col figlioletto di cinque mesi. Poi era andato a letto. Una serata come tante altre. Ma, come un fulmine a ciel sereno, di notte si è sentito male. Ad accorgersene è stata la compagna, svegliata da quel respiro affannoso. La donna ha immediatamente chiamato il 118. Soccorso in condizioni ormai critiche, il giovane pallavolista è morto durante la corsa in ambulanza verso l’ospedale.

 

L’universo sportivo ravennate piange la scomparsa di Riccardo Guazzolini, deceduto ieri a soli 30 anni, che aveva compiuto la vigilia di Natale. Una morte improvvisa che ha distrutto una famiglia e scioccato i colleghi che ieri mattina lo aspettavano al lavoro e i compagni di squadra con cui sabato sarebbe dovuto scendere in campo in una gara che ora la società chiederà di non giocare in segno di lutto.

Sarà l’autopsia, già disposta, a chiarire le esatte cause di un decesso apparentemente senza spiegazioni; l’ipotesi è che a spezzare la giovane vita di “Guazzo”, come lo chiamavano gli amici, possa essere stato un infarto, ma certezze potranno giungere solo in seguito all’esame autoptico. Non pare infatti che avesse mai manifestato problemi di natura cardiaca e nemmeno la visita per l’idoneità sportiva a cui si era sottoposto lo scorso novembre aveva evidenziato anomalie. Una tragedia che ricorda in qualche modo quella di Vigor Bovolenta, stroncato a 37 anni nel marzo di due anni fa durante una partita.

Guazzolini, tesserato per l’Ap Conselice e in forza da quest’anno all’InVolley Liverani Lugo in serie D, viveva a Bizzuno con la famiglia e si divideva tra Bagnacavallo e Ravenna. Non solo perché la squadra disputa le partite casalinghe nel paese, ma anche perché nella Bassa Romagna svolgeva parte della sua attività lavorativa. Da un anno seguiva un progetto nell’ambito del servizio di Medicina del lavoro e di recente la borsa di studio gli era stata prolungata. «Stava conducendo una ricerca sull’edilizia, in particolare sulla formazione per la sicurezza nel settore per un progetto regionale. Era estremamente scrupoloso e competente - lo ricorda Gianpiero Mancini, responsabile del servizio di prevenzione dell’Ausl -. Stamane (ieri, ndr) lo aspettavamo in ufficio. Quando abbiamo saputo quello che era successo siamo rimasti basiti. Il clima era pesante; è stato impossibile lavorare al pensiero di ciò che era capitato». Sgomenti anche i dirigenti della società sportiva che hanno pubblicato sul sito della squadra un messaggio di cordoglio per la compagna Silvia e il piccolo Logan. «Era un ragazzo d’oro, il classico gigante buono che faceva di tutto per aiutarti - racconta Giovanni Randi dirigente sportivo oltre che collega -. Un modello sia fuori che in campo dove, da veterano, era una sorta di secondo padre o di fratello maggiore per i ragazzi più giovani». (gi.ro.)

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