Scattò le foto all'infermiera, chiede il reintegro

Rimini

RAVENNA. Per Daniela Poggiali il ricorso contro la decisione del giudice del lavoro Roberto Riverso - che nel gennaio scorso ha confermato il licenziamento dell’ex infermiera per le foto in cui appare in pose irriguardose accanto ad una paziente deceduta da poco all’ospedale di Lugo dove prestava servizio - è fissato per il 22 aprile, quando la vicenda sarà discussa davanti al collegio civile.

Intanto ieri, davanti allo stesso magistrato, per la prima volta è comparsa in aula Sara Pausini, l’operatrice socio sanitaria che materialmente scattò quelle immagini. A sua volta licenziata dall’Ausl la donna - assistita dagli avvocati Carlo Benini e Antonio Luciani - ha infatti chiesto il reintegro. Un caso delicato; è sufficiente il fatto di aver realizzato quegli scatti per giustificare il massimo provvedimento disciplinare? No secondo il difensore, che lamenta la sproporzione tra la misura adottata e l’episodio contestato, rimarcando poi lo stato di sudditanza psicologica dell’operatrice socio sanitaria nei confronti della collega, attualmente in carcere con l’accusa di aver ucciso una paziente con un’iniezione letale di potassio. Di diverso avviso ovviamente l’Ausl, rappresentata dal giuslavorista Carlo Zoli, secondo cui l’aver scattato quei fotogrammi è condizione sufficiente per l’interruzione del rapporto lavorativo.

Nel corso dell’udienza e al fine di giungere ad una definizione celere del contenzioso, il giudice ha formulato una proposta conciliativa individuando (in 9mila euro) il risarcimento che l’azienda sanitaria potrebbe offrire alla donna al posto del reintegro, disponendo un rinvio al 16 giugno per consentire alle parti di giungere ad un’intesa sulla trattativa. Nel caso in cui attore e parte convenuta non dovessero giungere ad un accordo verrà invece istruita la causa.

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