"Catena" su WhatsApp contro i furti

Rimini

RAVENNA. Sbandati, siringhe a terra, via vai di rom e poi i furti. Per dare una mano alle forze dell’ordine e sentirsi più sicuri, i residenti di via Simmaco si organizzano da soli e avviano una chat su Whatsapp, al cellulare, per segnalare auto e persone sospette. «Lo facciamo per sentirci sicuri, così siamo 50 occhi invece di due». E, a loro, non sfugge niente: contro i ladri, niente catene. Ma catene telefoniche sì.

Eccola dunque l’idea di una quindicina di residenti tra via Simmaco e strade limitrofe, vicino al mausoleo di Teodorico: mandarsi un sms ogni volta che in zona si avvistano persone o situazioni sospette così da guardarsi le spalle gli uni agli altri, e da essere preparati all’arrivo dei ladri. «Per noi funziona e ci sentiamo più sicuri: il modello dovrebbe essere esportato anche alle altre zone di Ravenna, così da creare più reti collegate tra loro. Daremmo una mano alle forze dell’ordine senza correre alcun rischio: altro che ronde». L’esperienza è nata circa un mese fa dal cuore del quartiere. «Avevamo letto di un’esperienza simile nel Veneto, e subito ci siamo attivati - racconta, Roberto Cantarelli, 50 anni -. Ci ha pensato per primo il mio vicino Stefano Biondi e da lì ci siamo messi in rete. Abbiamo stampato un volantino da distribuire ai residenti e pian piano stiamo raccogliendo le varie adesioni. Più siamo, meglio è. E, le dirò, dandoci delle regole come quella di non scrivere dopo la mezzanotte a meno che per segnalazioni gravissime, e di non usare la chat per questioni private, la cosa funziona eccome». Qualche esempio? «Una sera, una mia vicina è uscita a passeggio col cane e in un parcheggino qui vicino ha visto delle siringhe a terra - racconta Roberto -, è partito l’sms e in poco sono arrivati i carabinieri. Questo perché, col passaparola, l’informazione è arrivata fino in caserma. Lo stesso è avvenuto una sera che abbiamo avvistato tre ragazzi mentre si fumavano uno spinello. Cose che possono non sembrare gravi da un punto di vista della criminalità, ma che a noi interessano per una questione di decoro e soprattutto sicurezza: qui, tutti abbiamo figli, bambini che vogliamo vivano il quartiere senza rischi». L’altro cruccio sono i rom. «Un annetto fa ci era capitato di avvistare sui muri di qualche abitazione della zona i classici segni che si dicono siano lasciati dai ladri nomadi - racconta ancora Roberto -, e non lasciamo nulla al caso. Ma qualche giorno fa una segnalazione in chat è partita anche per due uomini distinti che si aggiravano tra le case esaminando i citofoni. Insomma, teniamo altissima l’attenzione per evitare sorprese». Il banco di prova saranno le prime vacanze primaverili. «Gli sms a ripetizione sono meglio di un allarme, meglio delle telecamere: le nostre case, così, non sono mai sole. Siamo gli uni per gli altri degli angeli custodi», chiude Roberto.

 

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