Daini, si torna a sparare in pineta

Rimini

RAVENNA. Animalisti sconfitti in Consiglio di Stato. La giustizia amministrativa rigetta il ricorso presentato contro la delibera della Provincia per la selezione dei 67 daini della pineta di Classe: «provvedimento motivato e sostenuto dagli enti», ma le alternative proposte potranno «utilmente essere prese in considerazione per risolvere i non secondari problemi che l’intervento programmato lascia aperti». E dunque i cacciatori ricaricano le doppiette: sulle altane si tornerà probabilmente la prossima settimana ma il tempo a disposizione per sparare è ormai pochissimo. Una settimana appena, dopo la proroga di 15 giorni concessa a fine febbraio. Ad oggi, sarebbero solo sei gli animali abbattuti: tutti maschi adulti. Ma la Provincia ha pronto un altro “colpo in canna”: laddove non hanno potuto i cacciatori, potrebbero intervenire i pubblici ufficiali con un vero piano di controllo che non sarà legato al calendario venatorio.

Dunque, nonostante il periodo di sospensione della selezione concesso dal Consiglio di Stato dopo il primo ricorso perso al Tar, nel merito la giustizia amministrativa non ha però dato ragione agli animalisti, nel dettaglio le associazioni Vittime della Caccia, Earth ed Animal Liberation, che assieme all’associazione Clama avevano costituito il coordinamento “Viva i daini vivi della pineta di Classe”.

Il Consiglio di Stato ha ritenuto il «provvedimento motivato e pienamente sostenuto dagli enti che hanno concorso all’istruttoria quali l’Ente Parco per il Delta del Po e Ispra», e che «non risulta dimostrata la applicabilità e la efficacia nella situazione data delle misure alternative proposte che potranno tuttavia utilmente essere prese in considerazione per risolvere i non secondari problemi che l’intervento programmato lascia aperti». Furiosi gli animalisti: «Si avvalla ancora il parere di enti come Ispra, che sostiene sempre e comunque il ricorso alle doppiette invece che i metodi ecologici, e si nega la possibilità di applicare alternative non cruente, rimandate ad un nebuloso futuro, lasciando intendere nel contempo che la carneficina non risolverà i “problemi” attuali - dicono -. La sentenza dà così il via libera a un vero e proprio massacro visto che, prima ancora della pronuncia, la Provincia aveva disposto una proroga dell’attività di abbattimento degli animali di 15 giorni». Già, la proroga. I cacciatori, sulla carta, avrebbero ancora poco più di una settimana per proseguire nella selezione, ma sono certi che sposterà di poco il bilancio degli abbattimenti.

 

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