Senza esito le ricerche del 44enne inghiottito dalla corrente del Reno

Rimini

RAVENNA. Inghiottito dalla corrente, il Reno non ha ancora restituito il corpo di Cristian Fini, il 44enne di Sant’Alberto scomparso martedì pomeriggio dopo essersi rovesciato con la canoa nelle acque gelide e limacciose del fiume.

Interrotte per l’oscurità, ieri mattina sono riprese le ricerche sotto lo sguardo impotente della compagna e della sorella dell’uomo che hanno seguito in silenzio le operazioni dalla golena nella speranza che venisse ritrovato il cadavere, consapevoli che dopo un giorno e mezzo le possibilità che sia sopravvissuto sono nulle. Alle loro spalle, sulla sommità dell’argine, il via vai dei compaesani, increduli per l’accaduto.

Per tutto il giorno i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno battuto in lungo e in largo il tratto compreso tra l’attracco del traghetto e l’ansa dove il 44enne è finito sott’acqua.

Nel pomeriggio si è alzato in volo anche l’elicottero. Ma dell’istruttore di equitazione disperso non c’era traccia; solo la canoa è stata ritrovata e riportata al campo base allestito proprio in prossimità del passaggio fluviale.

Alle ricerche hanno preso parte anche amici e conoscenti dell’uomo, intenzionati a spingersi fin oltre la chiusa per non lasciare nulla di intentato. Difficile però che il corpo possa aver superato lo sbarramento, chiuso non appena è stato lanciato l’allarme, anche se la corrente del fiume era piuttosto forte. Ed infatti dopo un’iniziale perlustrazione ad ampio raggio, le ricerche dei sommozzatori si sono concentrate vicino al punto dove l’uomo è stato visto inabissarsi.

Fini, la cui grande passione erano i cavalli tanto che chiamava casa sua “centaurilandia”, da qualche tempo collaborava anche con il titolare del ferry boat durante il periodo di apertura. Ma anche ora che il traghetto è fermo (il servizio tornerà attivo a marzo) ogni tanto andava a dargli una mano per le attività di manutenzione.

Lo ha fatto anche martedì quando aveva cercato di raggiungere - con la canoa e una scopa come pagaia di fortuna - il traghettatore che era rimasto bloccato sul battello in mezzo al fiume. Un gesto pagato con la vita. Trascinato dalla corrente dalla parte opposta, Fini ha cercato di aggrapparsi ad alcune canne e radici in prossimità della riva per scendere. Ma nello sporgersi è caduto in acqua. E’ stato visto fare qualche bracciata, un tentativo disperato di mettersi in salvo a nuoto. Ma i vestiti bagnati, i gorghi della corrente e la melma lo hanno tirato sott’acqua, profonda in alcuni punti anche quindici metri. E lui non è più riuscito a riemergere.

 

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