Daini, Casadio: l'emergenza rimane «La caccia la soluzione meno costosa»

Rimini

RAVENNA. Il Consiglio di Stato sospende la caccia ai daini nella pineta di Classe, ma l’emergenza - dice il presidente della Provincia, Claudio Casadio - rimane. «Non ho nulla contro i daini, ma per me la priorità è la sicurezza delle persone». La prima vera vittoria degli animalisti, che si erano visti bocciare il primo ricorso al Tar contro l’abbattimento di 67 daini nella pineta previsto da una delibera della Provincia, è arrivata lunedì sera, quando il Consiglio di Stato ha deciso di sospendere la selezione in attesa di entrare nel merito della questione, e quindi in attesa dell’udienza del 5 marzo prossimo. Per allora, però, sarà passato il fatidico 28 febbraio, termine ultimo per la selezione affidata ai cacciatori, come da calendario venatorio, e ad oggi sarebbero “solo” sei gli esemplari abbattuti e per la Provincia rimarrebbe il problema dell’urgenza: quella degli attraversamenti pericolosi degli ungulati sull’Adriatica, o dei danni (da risarcire) alle colture. Dunque, come agire? Se anche il 5 marzo la giustizia amministrativa dovesse poi esprimersi a favore della Provincia, i cacciatori non potrebbero, sulla carta, entrare più in azione. Ma le doppiette, quelle sì. Loro potrebbero sparare comunque in virtù di piani di controllo affidati, a pagamento però questa volta, a pubblici ufficiali. Ma, ad oggi, la Provincia non si esprime ancora: è il tempo di fermarsi a ragionare e decidere il da farsi.

 

Presidente Casadio, vista l’apertura della settimana scorsa del ministero alla salute che invitava a riconsiderare la proposta di Eleonore Schönwald, la signora disposta ad “adottare” tutti e 67 i daini, e la sospensione del Consiglio di Stato, potrebbe essere maturo il tempo per chiedere a Roma una deroga alle leggi che vietano lo spostamento degli animali?

«Il ministero alla salute non ha competenze sul tema, ed era solo l’invito di un dirigente del ministero. Le deroghe si chiedono quando le leggi lo prevedono. In questo caso non è previsto. Se il ministro alla salute porta la questione in consiglio dei ministri e fanno un decreto, allora, la sera stessa mi muoverò in tal senso».

Insomma, non la caccia a tutti i costi...

«Sono ossequioso delle leggi. Non ce l’ho certo con i daini, ma mi chiedo come faranno a salvare le decine di migliaia di daini che vengono abbattuti in Italia. Mi limito alle mie competenze. La caccia è semplicemente lo strumento più semplice e meno costoso. Non sono stati i cacciatori a chiedermi di sparare ai daini, siamo stati noi per necessità a chiedere aiuto a loro».

Altre strade ora sono percorribili?

«Ci sono piani di controllo dove gli abbattimenti vengono fatti da pubblici ufficiali, ma costa di più. Se in Italia introducono sistemi alternativi, io ci sono».

E le sterilizzazioni?

«L’Ispra è dubbiosa a riguardo, ma se pensiamo alle urgenze le sterilizzazioni hanno piani che durano cinque anni... Insomma, bisogna mettere in atto altre iniziative: d’altronde, la priorità per me è la sicurezza delle persone».

Dunque, si torna agli abbattimenti...

«Non so, non dico niente. Ora mi confronterò con il Parco e con l’Ispra per affrontare l’emergenza».

 

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