Bonaccini: «Serve una nuova classe dirigente»

Rimini

BOLOGNA. Nella scelta degli assessori della giunta «ci sarà un forte rinnovamento e cambiamento». Lo assicura il neo-presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, durante la conferenza stampa tenuta ieri. La nomina della squadra non sarà immediata, perché ci sono tempi tecnici di qualche settimana da rispettare. Per Bonaccini «serve una nuova classe dirigente, dovrò dimostrare di essere all’altezza di una grande sfida». La squadra? «La faccio io in piena autonomia, con poco bilancino. Serve un mix di competenze e rappresentanza territoriale. Almeno la metà degli assessori saranno donne».

Novità? Vedremo nelle prossime settimane. Ieri Bonaccini ha ammesso che «le Regioni sono sentite come un ente lontano». La sua analisi del voto è andata avanti per tutta la giornata fra la conferenza stampa e varie comparsate in tv (la mattina Raoul Casadei gli ha dedicato la “Mazurka di periferia”, la sera si è confrontato con Massimo Cacciari da Lilli Gruber).

Sintetizzando, ecco il Bonaccini pensiero sul flop dell’affluenza al voto. Primo: un dato strutturale di crescente disaffezione dei cittadini. Secondo: l’essere stato individuato come un vincitore annunciato. Terzo: l’inchiesta giudiziaria. Quarto: la dichiarazione di esponenti della Fiom anti-Bonaccini.

Chi farà parte della nuova Giunta regionale?

La riconferma più probabile è quella di Massimo Mezzetti alla Cultura. Il vendoliano di Modena si è tenuto fuori dalle liste, ha lavorato per l’accordo col Pd e oggi può' incassare la discreta prestazione di Sel, che è entrata in Consiglio con due suoi esponenti.

Un’altra conferma potrebbe essere Patrizio Bianchi, responsabile del programma di Bonaccini e assai presente in questi giorni attorno al neo-presidente. Carta gradita ai prodiani, Bianchi potrebbe mantenere la sua delega a Lavoro ed istruzione.

Non dovrebbe invece essere confermato Carlo Lusenti, nonostante l’appoggio dello stesso Vasco Errani. Bonaccini sulla casella più importante preferirebbe cambiare e starebbe cercando una figura tecnica nel mondo dell’Università'. Tra i “tecnici” si fa sempre il nome della politologa e presidente dell’istituto Cattaneo, Elisabetta Gualmini (ieri in tv dalla Gruber), che dovrebbe '”convivere”' in squadra con un altro bolognese, Raffaele Donini.

“Papabile”' invece come presidente dell’Assemblea (o capogruppo Pd) Simonetta Saliera, prima nelle preferenze nella metropoli regionale. Nelle scelte di Bonaccini per quanto riguarda i consiglieri uscenti non potrà che pesare l’inchiesta della Procura di Bologna. Accreditata per un posto in giunta è soprattutto la reggiana Roberta Mori, che non ha ricevuto alcun avviso di fine indagine, ma anche Palma Costi (non indagata) potrebbe entrare in squadra. In bilico invece per la ragione opposta (ètra i 41 indagati) Giuseppe Pagani, '”pedina”' dell’area Richetti: l’alternativa potrebbe essere la ravennate Manuela Rontini. Un altro nome nuovo per viale Aldo Moro potrebbe essere Andrea Rossi, coordinatore della campagna elettorale di Bonaccini.

 

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui