Il territorio di Forlì sarà diviso fra due collegi

Rimini

FORLI'. Quattro collegi uninominali per la Camera e due per il Senato per tutta la Romagna. La geografia elettorale, con l’applicazione della nuova legge, compatta l’area vasta romagnola, ma per Forlì significherà dividere il territorio.

Geografia politica

La mappa dei nuovi collegi uninominali approvata dal Consiglio dei ministri sulla scorta dell’elaborazione Istat, entro il 12 dicembre dovrà tornare in Commissione affari istituzionali per recepire le osservazioni dei parlamentari (che saranno coinvolti solo a livello consultivo). Fin qui prevede che l’Emilia Romagna abbia 17 collegi per la Camera, di cui due sono quelli che riguardano Forlì. Uno sarà quello Forlì-Faenza che comprenderà oltre alle due città anche i comuni di Forlimpopoli, Bertinoro, Meldola, Tredozio, Modigliana, oltre a Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Riolo Terme, Solarolo, Bagnara di Romagna e Cotignola. L’altro è il collegio Forlì -Cesena che comprenderà per quanto riguarda il Forlivese anche i comuni di Portico, Dovadola, Rocca San Casciano, Predappio, Premilcuore, Santa Sofia, Civitella, Galeata, Castrocaro, i comuni del Cesenate e quelli del Riminese di Bellaria e Santarcangelo. Per il Senato i collegi uninominali saranno due: uno per Rimini e Forlì-Cesena e l'altro per Forlì-Faenza e Ravenna.

La spiegazione

«Questa suddivisione è stata pensata partendo dai collegi individuati dalla legge elettorale Mattarella del 1993 che prevedeva una analoga composizione dei collegi uninominali – spiega il deputato forlivese Marco Di Maio, che per il Pd aveva anche partecipato come relatore alla legge elettorale Italicum poi bocciata –. La geografia non è però uguale ad allora perché dal 1993 ad oggi la popolazione dell’Emilia Romagna è aumentata di 400mila abitanti e i collegi non sono più 15 ma 17». Con quella suddivisione, che univa già allora Forlì e Faenza, si votò tre volte, alle politiche del 1994, del 1996 e del 2001. Allora sul collegio di Ravenna era poi ricompreso parte del territorio di Ferrara e Imola, che ora torneranno ciascuno alle proprie rispettive province.

La nuova legge

Questa nuova distribuzione, per il deputato non è comunque frutto di discrezionalità, ma di calcoli matematici: «Ci sono 4,332 milioni di abitanti in regione e 17 collegi, ne deriva che ogni collegio deve avere un bacino di circa 255mila cittadini – spiega ancora Di Maio – con una tolleranza del 20% in più o in e meno. Si tratta di un calcolo meramente matematico ma non credo che genererà problemi al momento dell’individuazione dei candidati». Questo perché, sottolinea il parlamentare del Pd, la Romagna avrà comunque 4 rappresentanti da esprimere e quindi riuscirà a darne almeno uno per territorio per quanto riguarda la Camera. «Poiché appunto è un calcolo numerico, dubito che le osservazioni andranno a modificare questo scenario, anche perché modificare un collegio, qualcuno ad esempio aveva proposto già di cedere a Cesena tutta la Valmarecchia in cambio della possibilità di riannettere a Rimini Bellaria e Santarcangelo, tutto l’equilibrio dovrebbe essere ripensato – conclude Di Maio – i confini della Romagna sono rispettati e mi sembra un buon compromesso».

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