Tre assessori abbandonano Buda

Rimini

CESENATICO. La giunta frana sulla linea del traguardo. In massa gli assessori di Forza Italia e Lega Nord danno le dimissione. Antonio Tavani (lavori pubblici), Giovannino Fattori (viabilità e ambiente), il leghista Pier Luigi Donini (vicesindaco con delega a turismo e sport) motivano: «E’ venuta meno la fiducia nel sindaco Buda». Si affidano a una nota congiunta per abbandonare il sindaco: «La nostra sopportazione è giunta al capolinea».

Così il sindaco senza più un’amministrazione sulla quale contare si è presentato ieri in consiglio comunale coi banchi della giunta semivuoti con gli ultimi due assessore rimasti fedeli: il centrista Mauro Bernieri (ai servizi sociali) e Lina Amormino (al bilancio). La compagine amministrativa e di maggioranza, che prometteva nel 2011 un radioso cambio di rotta rispetto al passato non c’è più, spiaggiata a un passo della riva, da quel 5 giugno dove si terranno le elezioni comunali, con il sindaco Roberto Buda in cerca di riconferma con la sua lista civica da un parte, Forza Italia e Lega Nord dalla parte opposta. Nel frattempo fra loro, nel bel mezzo delle lotte intestine, volano gli stracci, a suon di sconfessioni e vituperi.

«Una decisione sofferta - affermano i 3 assessori dimissionari -, ma ben motivata, perché per troppo tempo ci siamo trovati a dover ratificare in giunta decisioni precotte, assunte dall’uomo solo al comando, il sindaco Buda, che ci accusava di danneggiare alleanza e coalizione in caso di interferenze. Il nostro modello di coalizione è diverso, è quello di condividere problematiche e decisioni e di coinvolgere e soprattutto di ascoltare gli alleati. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la manovra di bilancio. In giunta, nei giorni scorsi, sindaco e assessore ci avevano assicurato che era tutto a posto e che non c’erano problemi. Al contrario, abbiamo constatato dai successivi approfondimenti e sentendo il parere di esperti che non solo c’erano passaggi problematici, ma che la ventilata copertura grazie all’entrata straordinaria di 9 milioni da parte dell’Eni, per il pagamento dell’Imu sulle piattaforme, è solo virtuale. E’ stata la scintilla che ci ha condotto a rassegnare le dimissioni. Fino all’ultimo, Buda ha voluto fare di testa sua, trascinandosi dietro gli assessori a lui organici e pensando di poter fare anche con noi il bello e il brutto tempo. Ha sbagliato le proprie valutazioni. Come sta sbagliando a diffondere in giro calunnie e bugie per creare confusione tra la gente che non conosce i meccanismi istituzionali. Il commissariamento, infatti, se verrà, sarà solo per una manciata di giorni e il Comune potrà operare nell’ordinaria amministrazione. Ma, d’altra parte, ormai Buda è un uomo solo che sta sparando colpi a casaccio».

Secondo il terzetto, la loro è «una scelta coraggiosa, che fa chiarezza», che i concittadini dovrebbero apprezzare più che «l’ipocrisia di un’alleanza di facciata che nascondeva lacerazioni createsi nel tempo». Poi provano ad accreditarsi come «alleanza di centrodestra più unita che mai» che si contrappone a Buda «un uomo isolato, che ha creato solchi e divisioni incolmabili per il suo carattere, per la sua visione autoreferenziale del ruolo di sindaco, per i suoi personali obiettivi, per la supponenza con cui pensava di gestire eventuali alleanze».

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