Animalisti e talebani

Rimini

“Per me puoi pure morire domani. Non sacrificherei nemmeno il mio pesce rosso per un’egoista come te”.

E’ uno dei tanti “gentili” messaggi ricevuti su Facebook da Caterina Simonsen, studentessa di Veterinaria all’Università di Bologna, vegetariana, colpita da 4 malattie rare e divenuta bersaglio di estremisti animalisti. Motivo? Lo dice Caterina: “Ho 25 anni grazie alla vera ricerca, che include la sperimentazione animale. Senza la ricerca sarei morta a 9 anni. Mi avete regalato un futuro”.

Stavolta i mass media hanno dato un certo rilievo a uno dei tanti estemporanei interventi di questo spregevole sottoprodotto umano, residuato, purtroppo, di una cultura ereditata dai non così lontani “sacri” tribunali dell’Inquisizione. Sono, d’altronde, parenti stretti dei talebani.

Io penso che questi politici, sempre schierati all’unanimità a favore di quella fanatica che sta stravolgendo il rapporto fra l’uomo e l’animale, debbano uscire allo scoperto e dire, senza ambiguità, se sono favorevoli o no alla sperimentazione animale (qualsiasi animale) per uso scientifico. E una maggiore attenzione alle leggi e alle tante Ordinanze locali, che confondono l’irrazionale amore verso gli animali con la civiltà, dovrebbe essere posta dai mass media: non sono lettori solo gli animalisti, se lo sono, ma, forse di più, anche chi si batte perché agli animali sia riservato il ruolo che madre natura ha stabilito: non di meno ma neanche di più.

 

Gianni Celletti

Ravenna

 

 

 

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