Romagna in Europa

Rimini

Non sono fra coloro che si stracciano le vesti per la annunciata intenzione del sindaco Roberto Balzani di non ricandidarsi per un secondo mandato alla guida della città. Non entro nel merito delle argomentazioni personali del sindaco, pur conoscendo la sua famiglia e le comprensibili riluttanze a continuare a vivere un impegno così stressante per il loro congiunto, ma voglio invece prospettare per i forlivesi e i romagnoli un altro scenario che, evidentemente, sfugge o è stato prospettato pubblicamente dal solo Ottorino Bartolini, tra l’altro proprio su questa pagina l’altro giorno. Il problema di fondo è semplice: dove può andare il Comune di Forlì con questo bilancio e questi tagli senza un più forte radicamento in Regione e in Europa, che è ormai l’unico centro pubblico di promozione di risorse? Dove possono andare i Comuni della Romagna senza la possibilità realistica di avere più risorse, anzi con la certezza di vedere ulteriormente ridotti i margini delle sempre più piccole contribuzioni dello Stato centrale? La risposta è semplice: non ci sono prospettive localistiche di crescita, anzi ci sarà una netta diminuzione di servizi e non ci sono miracoli che tengano, tanto meno le demagogie di chi pensa di trovare chissà quali risorse aggiuntive senza spremere ulteriormente non i ricchi epuloni...quasi mai toccati, ma la massa dei cittadini dipendenti e pensionati taglieggiati e senza particolari difese. Per questo il terreno di lotta ideale e politica di Balzani non può più essere quello comunale, ma se mai quello europeo o in subordine regionale. L’esperienza personale di Balzani sui temi europei è profonda e io l’ho conosciuta di persona anche perché Roberto l’ho conosciuto appena diciottenne e già infervorato degli ideali del federalismo europeo mi convinse a rifondare assieme a lui la Sezione di Forlì del Mfe , avvenuta poi nel 1980 e che alcuni anni fa abbiamo intestato al comune amico e maestro Nazario Sauro Bargossi. Il Professor Roberto Balzani e il Professor Piero Graglia (biografo di Altiero Spinelli )sono considerati i maestri della terza scuola del Federalismo europeo, cioè dell’unica prospettiva ideale e politica capace di dare un senso al ventunesimo secolo sotto il profilo dell’evoluzione di una moderna democrazia europea attraverso la costruzione degli Stati Uniti d’Europa con un Governo europeo responsabile innanzi al Parlamento europeo. La Romagna, da questo punto di vista, ha un enorme bisogno di agganciare la ripresa in una dimensione unitaria che superi i suoi storici campanili e guardi al nuovo Parlamento europeo che sarà eletto nel maggio del prossimo anno con un rappresentante romagnolo. Esperienza che dai territori romagnoli non è mai avvenuta e che ha visto sempre altre città, a partire da Bologna, Ferrara, Modena e Parma i luoghi di elezione degli eurodeputati nelle passate legislature. Nessuna città romagnola ha visto un suo rappresentante a Bruxelles e Strasburgo a curare gli interessi del territorio e fare crescere una generazione di giovani politici, tecnici, laureati e studiosi delle istituzioni europee. Il flusso dei progetti europei ben finanziati verso la Romagna è ridotto e manca un referente politico per fare crescere, finalmente, l’Europa nella direzione di una vera Unione Federale Europea, che si può ottenere trasformando il prossimo Parlamento europeo che sarà eletto nel maggio 2014 in una Assemblea Costituente che finalmente rediga la Costituzione Federale degli Stati Uniti d’Europa. In questo senso sono convinto si possa interpretare anche la nomina di Roberto Balzani, da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel Comitato per le celebrazioni del trentennale del “14 Febbraio 1984”. Non quindi l’asfittico mondo attuale fatto di burocrazie, tatticismi partitici di infimo rango e legami intergovernativi. La Romagna in Europa può avere il suo alfiere in Roberto Balzani e io mi auguro, come del resto tutti gli amici Federalisti europei di Forlì , che saranno le prossime elezioni europee il banco di prova del professore. Guardare solo al proprio cortile sempre più povero e privo di risorse non è la soluzione. Nè arriveranno taumaturghi alla guida della città siano di destra, di sinistra o dell’arcipelago dei 5 Stelle. Solo se conquisteremo spazio politico in Europa Forlì e la Romagna potranno traguardare questi anni difficili, terribili, privi di una solida visione dell’avvenire e ridotti così da una globalizzazione economica e finanziaria fallimentare ispirata da un demenziale e cinico turbocapitalismo finanziario neoliberista, distruttore dell’ambiente, della civiltà e persino delle relazioni umane più importanti della vita.

Lamberto Zanetti (Presidente dell’Istituto di studi sul federalismo e l’unità europea “Paride Baccarini”)

(Forlì)

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