L'abolizione è vittoria di Pirro

Rimini

Signor direttore, l’abrogazione del reato di clandestinità è una grande vittoria della sinistra tutta, seppure di Pirro; un traguardo consolidato dal ministero ad hoc e un paletto in meno al miraggio dell’integrazione, credono.

Stupisce l’apporto mirato del M5S, omologo al Pd sulla base di un voto on line, risibile nel numero; un plagio demagogico. Ma stupisce di più il consenso del NCD, ambiguo su violazioni che restano reato penale e sulla posizione del capo della Procura di Agrigento che voleva lo stralcio della Bossi-Fini per ovviare alle migliaia di procedimenti ex lege, come se nel tempo tanti cavilli non ne avessero impedito l’applicazione fedele.

Una pia illusione, visti gli arrivi che aumenteranno ingrassando i negrieri e con gli indultati prossimamente a piede libero; un’ingenuità retorica dissimulata e superficiale per la probabile infiltrazione di soggetti pericolosi (E. Bonino, teme), uno specchietto per le allodole nostalgico della Turco-Napolitano.

Ma la vittoria va ascritta al ministro dell’Integrazione, signora Cécile Kyenge, figura strategica allettante, avallata purtroppo da soggetti irrazionali con insulse battute cui ha reagito a volte con la coda di paglia, pretese di censure verbali e invocazione alla legge Mancino. Un politico prodigo di idee, come quella di barattare la cittadinanza agli immigrati che si arruolano nelle Forze Armate, in tandem col ministro Difesa Mauro e la senatrice Pd Pinotti, un’assurdità a iniziare dal giuramento di fedeltà, che non manca di sottolineare di essere un ministro di tutti i cittadini dimenticando che la sinistra rappresenta solo un quarto di elettori.

Questa “Donna straordinaria”, Bersani dixit e scelta di pregio del premier Letta, non ha metabolizzato l’italianità, ma l’indirizzo politico di sinistra, e non pare abbia un curriculum operativo di cui vantarsi. La vicenda adozioni in Congo, 52 genitori costretti a rientrare senza i bambini nonostante 50.000 euro versati dal governo, ha prodotto la rivolta con 10.000 firme su “mammeonline.it”. Ma la signora sembra intoccabile e non si parla di dimissioni.

Il neo leader Pd Matteo Renzi parla di stile profondamente diverso, citando le signore Idem e De Girolamo; certo, la seconda non è del Pd e difende lo ius soli e quant’altro di politicamente vantaggioso.

Chiudo con un aforisma dell’umorista Marcello Marchesi tratto da Il Malloppo: “Una delle cose fondamentali della vita è la dignità. Non bisogna mai perderla. Per non perderla basta non averla”.

 

Sergio Villa

Cesena

 

 

 

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