Mara Mucci guida la diaspora grillina

Rimini

 

IMOLA. E’ la deputata imolese Mara Mucci, nella storia politica locale la prima non esponente del “partitone” ad essere eletta alla Camera sul territorio imolese, a guidare la diaspora dei parlamentari del Movimento 5 stelle che ieri hanno con clamore abbandonato Grillo. Cosa che hanno fatto ieri con una conferenza stampa alla Camera sparando bordate pesanti proprio contro i vertici del Movimento stesso «ormai trasformatosi in quello che voleva combattere». A Imola gli esponenti dello stesso Movimento si son detti caduti dalle nuvole e che la loro parlamentare, incontrata in assemblea con la “base” solo lo scorso 7 gennaio, non aveva lasciato presagire nulla e ora ne chiedono le dimissioni. Smentisce lei, al termine di una giornata romana che l’ha vista protagonista, nonché bersaglio di un fuoco di fila serratissimo sui social network dove i militanti gliene hanno scritte di cotte e di crude. Ma lei stessa dice che Facebook non l’ha nemmeno aperto, e anche questo farà parte del nuovo corso.

Alla conferenza stampa romana di ieri mattina le ragioni della rottura con conseguenti dimissioni dal gruppo parlamentare di nove deputati (oltre a lei: Tancredi Turco, Walter Rizzetto, Aris Prodani, Samuele Segoni, Eleonora Bechis, Marco Baldassarre, Sebastiano Barbanti, Gessica Rostellato) e un senatore (Francesco Molinari), le ragioni le ha spiegate proprio lei, l’onorevole Mara Mucci.

«Noi vogliamo cambiare l'Italia e farlo con coerenza e responsabilità - ha esordito Mara Mucci -. Avevamo davanti due strade, una comoda dove si poteva stare in silenzio per quieto vivere e accaparrarsi la benevolenza del capo che è divenuto a tutti gli effetti un politicante, ma senza fare nulla, immobili, oppure rispettare i sogni e i bisogni di chi ci ha eletto e andare avanti con le idee che abbiamo abbracciato all'inizio di questo percorso che non sono cambiate».

«A un certo non abbiamo più capito cosa ci fosse dietro certi slogan inutili, chi avesse deciso di abbandonare il progetto originale per diventare una forza di opposizione solo distruttiva, becera e casinista che è solo utile a un’oligarchia, mortificando le nostre stesse proposte che sono buone e sono tante - ha affermato la onorevole imolese non più a cinque stelle -. Noi abbiamo scelto di ribellarci, siamo un cantiere aperto e continueremo a lavorare con l’aiuto di chi vorrà procedere a un vero cambiamento e per un’alternativa libera». Alternativa libera è appunto il nome che si è data la nuova “fronda” che per il momento prenderà posto all’interno del Gruppo misto, perché a dimettersi nessuno di loro ci pensa proprio. Mucci invoca la libertà dal vincolo di mandato sancita per ogni parlamentare dalla stessa Costituzione e dice che verrà utilizzata proprio per «affrancarsi da ogni despota». «Conosciamo bene i meccanismi di mistificazione che certo si sono già messi in moto, ma sono i vertici abusivi del Movimento che dovrebbero dimettersi - ha incalzato Mucci -. Sono solo le idee che non hanno padroni noi resteremo qua a lavorare per quelle idee senza nessuna alleanza fissa o predeterminata, senza inciuci e arroccamenti, anche per eleggere il presidente della Repubblica». Ieri un parlamentare del gruppo è poi salito al Nazareno per incontrare il premier Matteo Renzi rispetto proprio ai nomi per il futuro capo dello stato, ma di questi i grillini secessionisti ieri non ne hanno voluti fare.

Per la Mucci resta poi da affrontare il confronto con chi l’ha eletta a casa sua dove già a gran voce chiedono le sue dimissioni, anche se, contattata in serata, fa sapere che non sarà presto a Imola, vista l’imminente elezione del presidente della Repubblica. «Per confrontarci sul territorio non ci sono stati i tempi tecnici perché a Roma è trapelata la notizia delle dimissioni e abbiamo dovuto fare la conferenza stampa, ma non possono certo dire ora di cadere dal pero - afferma Mucci -. Ci siamo visti il 7 gennaio ed era più che nell’aria. Quanto a dimettermi perché dovrei? Io sono rimasta fedele ai principi del Movimento e non ho tradito niente e nessuno».

 

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