Referendum negato, scatta il ricorso

Rimini

IMOLA. Quella del ricorso contro la bocciatura del referendum sulla Città metropolitana è ben più di un’ipotesi. A convincere il comitato promotore a imboccare la strada del ricorso alla magistratura sarebbe la «debolezza delle motivazioni» addotte da due dei tre garanti che hanno detto no all’ammissibilità del quesito, vale a dire la competenza locale individuata nello strumento del referendum consultivo locale.

Un criterio che, dicono i componenti del comitato, cozza con la sostanza e con la ratio con cui la stessa legge Delrio definisce il ruolo dei Comuni nel processo di istituzione e nel ruolo loro attribuito all’interno delle Città metropolitane. Per questo, spiega Samuele Albonetti del Movimento per l’autonomia della Romagna e animatore dei referendari, «le motivazioni addotte da una parte dei garanti ci sembrano deboli e labili», talmente vulnerabili che «anche uno studente di giurisprudenza può vincere il ricorso».

Forti della certezza di essere nel giusto, all’interno del comitato referendario sarebbe quindi maturata la determinazione a non arrendersi, dando mandato a un legale, passato il Ferragosto, affinché venga presentato il ricorso. Quella persa è solo una battaglia, dicono, «ma la guerra è ancora lunga».

Come già detto apertamente dalle opposizioni di centrodestra, anche tra coloro che hanno promosso il referendum sull’ingresso di Imola nella Città metropolitana bolognese serpeggia la convinzione che la bocciatura del quesito sia tutta di natura politica. «Un garante è stato nominato dal sindaco (Giuseppe Caia, ndr), l’altro dalla maggioranza (Diego Rufini, ndr), l’avvocato Filippo Martini era il terzo componente indicato dalle minoranze e si è espresso a favore del referendum, ndr)... Gli è stato detto di trovare una motivazione tecnica e l’hanno fatto. Almeno potevano trovarne una più forte».

E come prosegue Albonetti, dai delusi del comitato è una vera e propria levata di scudi contro il sindaco Daniele Manca: «Aveva parlato di una Città metropolitana che nasce dal basso, sulla quale si chiede ai cittadini di esprimere la loro opinione... Sì, le parole sono belle, ma quello che sta accadendo è esattamente il contrario. Pensavamo che il sindaco fosse più sincero. Peraltro cosa chiedevamo? - Si interroga il rappresentante del Mar -. Non chiedevamo certo la luna, bensì che si procedesse con un referendum consultivo comunale, nell’illusione che sia un bene per la città e per i cittadini imolesi».

 

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