Nessun divorzio in vista

Rimini

IMOLA. La lista delle lamentele era lunga. I toni di protesta mica delicati. Ma la “scaramuccia”, che altri han subito definito «teatrino», pare proprio che resterà tale e di divorzio non se ne parla. Il matrimonio, che gli stessi “altri” han definito «di convenienza», continua.

Solo 48 ore fa l’alleato numero uno della maggioranza Pd al governo della città, la lista civica di ispirazione cattolica Fornace Viva, aveva mandato a dire al sindaco: «Proprio non ci siamo!». E aveva elencato le ragioni della sua protesta: innanzitutto l’emarginazione alla quale si era sentita relegata, le scelte fatte senza essere state condivise come si aspettava, un certo immobilismo su alcune questioni fondamentali che avevano portato all’unione: sanità locale, welfare, cambiamento. Insomma tutti i sintomi di una relazione stanca, che comincia ad essere segnata da troppe delusioni per poter proseguire. Eppure, come spesso accade anche negli amori che minacciano di sfilacciarsi, il taglio non ci sarà. A mente fredda ,il giorno dopo lo sfogo i toni si ricompongono, si ritrova forse il senso che aveva dato vita a quell’unione, o semplicemente si valuta la convenienza... e si resta.

«Assolutamente noi restiamo» ribadiva ieri invitato a chiarire meglio il consigliere comunale che Fornace Viva schiera in consiglio comunale, il medico Romano Linguerri (senza dimenticare che la stessa lista ha espressione nell’assessore al Lavoro Mirco Cantelli). Anche perché nel frattempo era già partita la ridda di inviti da parte delle opposizioni: «Bene, ha alzato la voce? Adesso l’alleato sia coerente e si dimetta». «Le opposizioni facciano pure il loro mestiere, noi non ci dimettiamo perché abbiamo condiviso un programma in cui crediamo e vogliamo che venga portato a termine - dice lo stesso Linguerri -. Ma come dicemmo al momento di partire, noi non saremo il quindicesimo consigliere comunale del Pd. Abbiamo una storia, una identità ed elettori diversi e lo abbiamo voluto ribadire. Abbiamo avuto delle perplessità e per correttezza nei confronti proprio dei nostri lettori e dei cittadini abbiamo deciso di renderle pubbliche usando i toni di cui siamo capaci, noi che della politica continuiamo a restare dei neofiti».

E Linguerri attribuisce proprio all’essere “neofita della politica” il fatto d’aver fin qui «seguito la linea, ma ribadendo ora che serve più confronto per produrre cambiamento vero e visto che noi abbiamo le nostre idee e anche diverse proposte vogliamo poterle confrontare e discutere. Quanto alla minoranza, non creda che ci avrà mai fra le sue fila, restiamo dove siamo».

Verificherà la sua maggioranza il sindaco Daniele Manca dopo le bordate che comunque ci sono state?

« Non c’è niente da verificare e non prendo nemmeno in considerazione che si sia voluto parlare di dimissioni dalla maggioranza, di certo io non butto fuori nessuno. Semmai lo leggo come la volontà da un lato di dare un contributo e dall’altro, come è nella logica delle cose per ogni formazione politica ritagliare un po’ di visibilità».

Insomma un teatrino?

«Un modo per stimolare ancora una volta un confronto, al quale io non mi sono mai sottratto e che avviene di regola nelle sedi deputate, il Consiglio, la giunta, insomma ovunque la maggioranza si ritrovi e lavori».

La variante per la vendita dell’area verde in via Kolbe, per la quale si stanno già mobilitando cittadini contrari con una petizione e che Fornace Viva in sostanza prende ad esempio come uno degli argomenti critici, è stato il casus belli?

«Non lo era che mi risulti, non so se lo sia diventato. Ma anche la vendita del patrimonio pubblico sia chiaro che non è un vizio ma una cosa che ai Comuni, specie in questa fase di assoluta insicurezza finanziaria, serve per mantenere i conti in ordine - dice Manca -. Con le vendite già portate a termine attraverso la Sicim non è che abbiamo fatto delle speculazioni, abbiamo incamerato risorse per pagare i debiti con i fornitori, aziende del territorio, per mantenere fede al patto di stabilità e spendere nella manutenzione a questo è servito e servirà anche in futuro perché di alienazioni ce ne saranno altre anche in futuro. Ciò non toglie che se ne possa e deva discutere e lo faremo».

Su via Kolbe però Fornace viva insiste anche 48 ore dopo: «Sul piano delle alienazioni fin qui abbiamo concordato, ma per intaccare quell’area non c’è oggi alcuna necessità o urgenza».

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