Saldi Imola, calo delle vendite per un esercente su due

Imola

IMOLA. Andamento non particolarmente brillante dei saldi, nonostante gli sconti applicati siano stati mediamente superiori a quelli dello scorso anno fin dal primo giorno, e desiderio dei commercianti di cambiare le modalità. È il bilancio dei saldi invernali della Confesercenti Imola.

L’analisi

«L’andamento delle vendite del periodo natalizio e del mese di gennaio ha rilevato la tendenza ad aspettare i saldi per fare acquisti – sintetizza Sabina Quarantini, presidente dell’associazione di categoria cittadina – una tendenza confermata da un buon avvio dei saldi nei primi week-end, con un incremento delle vendite rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, seguito da un rallentamento e da una diminuzione delle vendite nelle settimane successive che comporta un’insoddisfazione sull’andamento generale del periodo dei saldi». C’è, però, un neo: l’Ufficio studi della Confesercenti Emilia-Romagna ha effettuato un indagine da cui è emerso come solamente il 10,7% delle imprese abbia registrato un incremento delle vendite rispetto al periodo dei saldi invernali del 2018 e il 44,7% abbia registrato, invece, una diminuzione. E l’andamento non troppo brillante dei saldi si aggiunge alla dinamiche negative delle vendite registrata nel corso del 2018. Complessivamente, quindi, le imprese si sono dichiarate insoddisfatte.

La riflessione

Dunque, «importante sarà riflettere sulla durata e le modalità dei saldi in modo tale da mantenere il valore commerciale dell’appuntamento dandogli nuovo vigore – aggiunge la Quarantini – come sarà altrettanto necessario riflettere sulla situazione delle imprese che rischiano di entrare seriamente in crisi se si conferma un trend negativo del settore sia per quanto riguarda le vendite che le chiusure delle attività. Per sostenere il settore appare sempre più necessaria l’adozione di azioni in grado di far riprendere i consumi e la domanda interna, così come sostenere il ruolo dei negozi di vicinato e favorire l’accessibilità e la frequentazione dei centri città».

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